arte

«Antropocene», al Muse la prima collezione sulla trasformazione eco-sociale

Le opere sono state realizate da 17 artisti internazionali. Il direttore Bernardi: «Il primo obiettivo per un museo come il nostro non può che essere quello di comunicare le principali sfide della contemporaneità che oggi ruotano attorno alla grande transizione ecologica e sociale»  (foto Michele Purin)



TRENTO. Grazie al Piano per l'Arte Contemporanea, promosso dal Ministero della Cultura, nasce la prima collezione italiana d'arte dell'Antropocene che attraverso il Muse entra a far parte delle collezioni provinciali.

Video-installazioni, fotografie e opere site-specific esplorano l'epoca di profonde trasformazioni eco-sociali in cui viviamo e saranno esposte in mostra al Muse fino al 19 gennaio 2025. Selezionate nell'ambito del percorso intrapreso da Muse tre anni fa con la piattaforma artistica "We Are The Flood" ideata da Stefano Cagol, le opere sono state realizzate da 17 artiste e artisti internazionali.

In programma tra dicembre e gennaio anche una serie di eventi collaterali per riflettere sul legame tra arte e scienza. Nasce così una collezione museale di nuova concezione, simbolo dell'alleanza fra scienze e arti, pensata per accogliere, comprendere e illuminare l'attuale crisi ambientale nella sua complessità di cause sociali, economiche, politiche ed etiche. La nascita di Collezione Antropocene si inserisce nel progetto pluriennale che il Muse ha avviato insieme alla piattaforma artistica We Are The Flood a partire dal 2020 con l'intento di far dialogare discipline solo in apparenza agli antipodi. Un'operazione che il Piano per l'Arte Contemporanea, il più importante fondo ministeriale per l'acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell'arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano, ha deciso di premiare.

Per il direttore del Muse Massimo Bernardi "l'obiettivo per un museo contemporaneo, e ancor più per un museo che si occupa primariamente di ambiente, clima, biodiversità come il Muse, non può che essere quello di comunicare le principali sfide della contemporaneità che oggi ruotano attorno alla grande transizione ecologica e sociale". 













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