SLOT

L'accordo alla buvette che ci fa tornare indietro nel degrado

La spinta delle lobby e l'assurdo patto in consiglio provinciale


Paolo Mantovan


Ci abbiamo messo anni ad avviare la lotta alle slot. Abbiamo lottato giorno dopo giorno dalle colonne di questo giornale, per cercare di mettere un freno ad «azzardopoli», alle slot che moltiplicano il degrado, che abbrutiscono, che diventano l’oppio di chi è fragile. Quanta fatica per riuscire a mettere in moto la politica, perché chi si trova su quegli scranni cominciasse a capire che si perde di più in danni sociali ed esistenziali di quanto si guadagna per le casse pubbliche dal gioco d’azzardo. Un “guadagno” sulle spalle dei più poveri, di chi allarga la malattia alla propria famiglia.

Ci sono voluti anni di lotta. Poi finalmente nel 2015 è arrivata una legge per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco che prevedeva l’eliminazione delle sale da gioco presenti nel raggio di 300 metri dalle zone sensibili.

E ora un accordo alla buvette e siamo tornati indietro. Di secoli. Un accordo alla buvette del consiglio provinciale. Dove all’improvviso si trova un patto fra pezzi di maggioranza e pezzi di opposizione su un emendamento che ha prorogato i termini di altri due anni. Altri due anni. Per un “gioco” che doveva interrompersi prima. Prima di oggi. E invece si va al 2020. E si ritorna indietro. Alla buvette pezzi di maggioranza e pezzi di opposizione si accordano per continuare a caricare danni sulle spalle dei più deboli, per aumentare i danni da ludopatia.

E ci si accorda perché? Perché ci sono delle lobby che sostengono le sale da gioco. E le lobby che cosa offriranno mai a pochi mesi dalle elezioni provinciali? Che cosa potranno offrire le lobby del gioco a quei consiglieri così zelanti nell’immaginare che è necessario spostare di due anni i termini, visto che in tre anni le sale giochi, poverine (arricchite dai soldi di malati di gioco), non sono riuscite ad attrezzarsi per sparire dalle zone sensibili? Ecco. Pensiamo che quelle lobby non possano offrire nulla ai consiglieri, tranne ulteriore disgusto per una politica che non sa guardare ai veri problemi.

p.mantovan@giornaletrentino.it













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