Ciclovia del Garda, si allarga il fronte del no: «Impatto irreversibile e rischio geologico»
Sono 67 le associazioni e i comitati ambientalisti di Trentino, Veneto e Lombardia. Coppola (Avs): «Fermare i lavori e avviare un tavolo per discutere forme di mobilità dolce»
TRENTO. Si allarga il fronte del no al progetto della Ciclovia del Garda con 67 associazioni e comitati ambientalisti di Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige che denunciano i rischi di una cementificazione.
"Passerelle a sbalzo sulle falesie, asfalto lungo tratti naturali, cantieri invasivi e costi faraonici (1,3 miliardi di euro) e il fronte del no che si è ampliato con sindaci di ogni colore politico, da Garda a Malcesine, da Tremosine a Nago Torbole, da Arco a Riva del Garda contro questa infrastruttura per l'impatto paesaggistico irreversibile, il rischio geologico, il consumo di suolo" ribadisce Lucia Coppola, consigliera provinciale per Alleanza Verdi e Sinistra che chiede di "fermare ogni cantiere e avviare un tavolo di lavoro con amministrazioni e associazioni per sviluppare forme di mobilità dolce rispettose del paesaggio, che valorizzino i percorsi esistenti senza devastare le sponde".