il caso

Il sottosegretario Costa: “Il Green pass va esteso ai lavoratori pubblici per farli tornare in presenza”

“La maggior parte dei non vaccinati non è no vax, la politica deve assumersi la responsabilità di convincere queste persone ribadendo la fiducia nella scienza, è sbagliato far diventare la vaccinazione un tema di scontro politico”



ROMA. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è intervenuto ai microfoni della trasmissione Restart 264 condotta da Aurora Vena e Lorenzo Capezzuoli Ranchi su Cusano Italia TV.

Sull’estensione del Green pass. “Sono convinto che il Green pass possa e debba essere esteso ulteriormente –ha affermato Costa-. Ad esempio ritengo che nella PA il green pass possa essere uno strumento importante per far tornare a lavorare tanti concittadini in presenza, nella consapevolezza che il lavoro in presenza significa relazioni, condividere il lavoro e dare servizi efficaci ed efficienti ai cittadini. Lo smart working ha rappresentato uno strumento straordinario nel periodo più buio del nostro Paese, ma ora dobbiamo incrementare il lavoro in presenza e il Green pass può permetterci di raggiungere questo obiettivo”.

Sul trasporto pubblico. “Sono previste le figure che possono aiutare non tanto a controllare e a sanzionare, ma a far sì che le regole vengono rispettate, nella consapevolezza che oggi rispettare le regole significa mettere in sicurezza la propria salute e quella degli altri. Per i trasporti è stato condiviso un percorso con gli enti locali, da parte del governo massimo sostegno e supporto”.

Sulle divergenze nella maggioranza di governo. “Questo è un governo di larghe intese, in cui coesistono e convivono esperienze politiche con sensibilità diverse. Ci può stare che una forza politica possa mettere in campo posizioni diverse, ma questa maggioranza, grazie alla sapiente guida del premier Draghi, è riuscita sempre a trovare una sintesi. Il Green pass è uno strumento utile, sono i dati a certificarlo. Credo che la politica in questo momento abbia una grande responsabilità. Penso che tra i nostri concittadini non vaccinati solo una piccola parte sia ascrivibile alla categoria no vax, con cui è difficile discutere perché nessuna evidenza scientifica pare avere effetto. Credo invece che ci sia una buona fetta di non vaccinati con cui si possa instaurare un dialogo, un rapporto, veicolando messaggi chiari, univoci e rassicuranti. Su questo tema la politica deve rinnovare la grande fiducia nella scienza e trovo sbagliato che un tema come quello della vaccinazione possa diventare un tema di scontro politico tra tifoserie”.

Sull’obbligo vaccinale. “Abbiamo intrapreso una strada che inizialmente non ha previsto l’obbligo, abbiamo confidato nel grande senso di responsabilità dei cittadini che è stato ampiamente dimostrato. Dobbiamo proseguire, completare questo percorso, l’obbligo vaccinale non deve essere un tabù per il governo, è stato già introdotto per i sanitari. Dobbiamo ragionare per obiettivi, entro fine settembre faremo una valutazione dopodichè siamo pronti a fare altre riflessioni e se sarà necessario estendere l’obbligo per altre categorie per mettere in sicurezza il Paese il governo è pronto a farlo. A mio avviso l’obbligo deve essere l’extrema ratio, dobbiamo proseguire con questa campagna di sensibilizzazione, consapevoli che molti cittadini che oggi hanno paura possono essere convinti con messaggi chiari e rassicuranti, non con la radicalizzazione dello scontro”.

Walter Ricciardi: Green pass solo per vaccinati e guariti, no al tampone. “Ad oggi questo è un tema su cui non è aperta alcuna discussione politica e lo trovo un argomento molto delicato, perché il tampone garantisce un’equità di accesso ai cittadini al Green pass, togliere il tampone significherebbe introdurre l’obbligo vaccinale, ma finché non si parla di obbligo vaccinale dobbiamo dare l’opportunità ai cittadini di poter scegliere, valutare e scegliere se effettuare il tampone per ottenere il Green pass. Dopodiché la strada del governo non è quella del tampone ma del vaccino, quindi tutte le iniziative che abbiamo intrapreso le abbiamo intraprese dandoci l’obiettivo di arrivare all’immunità. Con la variante Delta bisognerà innalzare la quota di vaccinati al 90%, secondo me è un obiettivo raggiungibile”.

Sulla terza dose. “Questa è una scelta che la politica si assume di fare sulla base delle indicazioni scientifiche. Inizieremo questo mese con immunodepressi e fragili per poi proseguire con gli ultraottantenni e il personale sanitario. Provvederemo poi a stilare un cronoprogramma, che ricalcherà più o meno fedelmente quello delle prime due dosi”.

In Austria possibili lockdown solo per non vaccinati. “Troppo spesso nel nostro Paese cerchiamo di guardare quello che fanno dalle altre parti e non valorizziamo quello che facciamo noi. I nostri numeri oggi sono migliori rispetto a quelli di altri Paesi europei. Dobbiamo stare attenti a non mettere in campo provvedimenti che creino una disequità sociale. Io sono contrario a provvedimenti generalizzati, è chiaro che potranno esserci provvedimenti locali laddove si dovessero creare situazioni puntuali e specifiche. La strada nel nostro Paese è quella di prevedere l’estensione graduale del green pass”.

Sulla capienza degli stadi. “E’ allo studio un allargamento della capienza. Uno degli effetti positivi dell’estensione del green pass è stato proprio l’aumento della capienza di stadi, ma anche di cinema e teatri. Attualmente i dati sono buoni, sono fiducioso che si possa allargare ulteriormente la capienza nel giro delle prossime settimane”.













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