il delitto

Ex vigilessa uccisa, l’ex compagno di cella di un imputato: «Mi ha detto che non era sicuro fosse morta quando fu sepolta»

L’uomo ha collaborato con gli investigatori all’interno del carcere di Brescia dove era rinchiuso assieme a Mirto Milani



BRESCIA. "L'ho fatto per una questione etica, perché quello che hanno commesso è mostruoso". Lo ha detto parlando con il Giornale di Brescia l'ex compagno di cella di Mirto Milani che aveva raccolto l'ammissione in cella sull'omicidio di Laura Ziliani e che poi ha collaborato favorendo le intercettazioni ambientali in carcere a Brescia che hanno, una volta chiusa l'indagine da parte della Procura, costretto Milani a confessare.

Così come poi hanno fatto anche Paola e Silvia Zani, le due figlie dell'ex vigilessa di Temù uccisa l'otto maggio di un anno fa e poi ritrovata tre mesi più tardi cadavere vicino al fiume Oglio nel paese della Vallecamonica.

"Mirto mi ha raccontato che quella sera lui, Paola e Silvia preparano dei muffin e riempiono quello destinato a Laura di benzodiazepine. Lei lo mangia però non crolla come previsto nei primi 10 minuti: aveva un fisico forte. Alla Ziliani sembra non succedere niente e va a letto. Laura a un certo punto è ormai rintronata e va in cucina per prendere da bere dal frigorifero. A quel punto scatta la furia di Silvia che prende da dietro la madre. Laura cade sulla figlia, le salta sopra Paola per tenerla ferma, ma la mamma non muore.

Con Mirto le mettono il sacchetto di plastica sulla testa e lo chiudono con una fettuccia e una porzione di prolunga" racconta al Giornale di Brescia.

"Mirto Milani mi ha detto che c'è il dubbio che sia stata seppellita viva, senza che loro ne fossero certi. Laura aveva convulsioni lunghe", ha concluso il detenuto.













Scuola & Ricerca

In primo piano