il caso

Strage di Erba, il pg Rispoli: "Non c'erano aggressori nella casa della vicina"

Folla di curiosi all'udienza per la revisione del processo: tra il pubblico vincono gli innocentisti

BRESCIA


BRESCIA. Il pg di Brescia Guido Rispoli ha sostenuto che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, cosa che cambierebbe la dinamica dell'eccidio di Erba, Valeria Cherubini, vicina di casa delle vittime e moglie del supertestimone, Mario Frigerio, non fu colpita mortalmente nel suo appartamento al piano di sopra rispetto a quello del massacro ma mentre fuggiva, come ricostruiscono le sentenze.

"Non c'era nessun aggressore in casa, e Valeria Cherubini in stato di incoscienza per il colpo subito, era salita nella sua casa, la sua tana per rifugiarsi", dove morì, come detto dal consulente in primo grado.

Rispoli ha contestato che nelle consulenze scientifiche sulla scena del delitto della difesa della criminologa Roberta Bruzzone siano state usate metodologie che all'epoca dei fatti non esistevano. "Le macchie si sangue e la scena del crimine sono elementi già in possesso dei giudici precedenti ed erano già stati analizzati compiutamente".

Nonostante l'udienza fosse iniziata da più di un'ora, decine di persone aspettavano stamane sotto la pioggia di poter entrare in tribunale a Brescia per assistere alla discussione dell'istanza di revisione del processo per la strage di Erba. "Vogliamo vedere Rosa e Olindo" ha detto una coppia che arriva dalla provincia e che ritiene i coniugi "innocenti".

Tra il pubblico vincono proprio gli innocentisti. E poco importa se l'avvocato generale Domenico Chiaro, che con il procuratore generale Guido Rispoli, rappresenta l'accusa, ha già dichiarato "inammissibili le prove presentate dalla difesa". Al momento nell'aula dove è in corso l'udienza ci sono classi di studenti e semplici curiosi che si sono accaparrati i 45 posti a disposizione del pubblico. Rosa e Olindo sono tenuti nella gabbia dell'aula dopo che hanno chiesto di non essere ripresi dalle telecamere ammesse dal presidente della Corte.













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