l’inchiesta

Truffa da 440 milioni sugli aiuti Covid, indagati anche in Trentino

Nei guai imprenditori e anche commercialisti. Un’ottantina le perquisizioni e 35 le misure cautelari della Finanza



TRENTO. Soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà a causa della pandemia e finiti invece in modo illecito nelle mani di professionisti, imprenditori e commercialisti che non ne avevano diritto.

E' la maxifrode scoperta dalla Guardia di finanza in un'indagine partita da Rimini e poi estesa a diverse regioni, anche al Trentino. Complessivamente sono 78 le persone indagate e 35 le misure cautelari emesse dal gip, mentre è di 440 milioni l'importo complessivo dei fondi illecitamente percepiti attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d'imposta. In corso anche decine di perquisizioni. 

Otto sono le persone finite in carcere e altre 4 ai domiciliari mentre nei confronti di 20 imprenditori è stata disposta l'interdizione all'esercizio di impresa e per 3 commercialisti l'interdizione all'esercizio delle professione: secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza, facevano parte di un'associazione con base a Rimini ma con ramificazioni in tutta Italia responsabile di aver creato e commercializzato per un importo di 440 milioni i falsi crediti di imposta, lo strumento introdotto tra le misure previste dal governo con il decreto Rilancio del 2020 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà.

Nel 2016 sono stati scoperti appalti pubblici irregolari per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro, pi?? del triplo del valore di quelli irregolari scoperti nel 2015 (un miliardo). Il dato ?? contenuto nel Rapporto annuale della Guardia di Finanza, che verr?? presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e del comandante generale della Gdf Giorgio Toschi. I controlli sulle irregolarit?? negli appalti pubblici hanno consentito di denunciare 1.866 persone e di arrestarne 140. ANSA/GUARDIA DI FINANZA EDITORIAL USE ONLY

L'esecuzione delle misure è scattata oltre che in Emilia Romagna anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.

I finanzieri di Rimini assieme agli altri reparti territoriali, allo Scico e al Nucleo speciale frodi tecnologiche hanno eseguito anche un'ottantina di perquisizioni e sequestrato i falsi crediti d'imposta, beni e società per il reato di indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato.

Tra gli indagati, 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza mentre altri tre avevano precedenti per associazione di stampo mafioso 













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