Statali, c’è l’accordo: 85 euro di aumento 

Dopo 10 anni di blocco, intesa per il rinnovo del contratto: in Trentino riguarda 1200 lavoratori. La Cgil: «Ora Fbk e Fem»



TRENTO. È stato raggiunto nella notte tra venerdì e sabato, dopo 10 anni di blocco, l'accordo per il rinnovo del contratto nazionale degli statali, ovvero per i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. In tutto circa 247 mila persone. L'aumento medio mensile è di circa 85 euro lordi a regime sullo stipendio base. Il rinnovo copre il triennio 2016-2018.

La forbice degli aumenti retributivi sullo stipendio base va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questi incrementi si aggiunge l'assegno per i livelli più bassi, che oscilla tra i 21 e 25 euro (valido per dieci mensilità) e un plus per le amministrazioni più “ricche” da caricare sul salario accessorio.

Giuseppe Pallanch, segretario Fp Cisl ha sottolineato la grande attesa di questo rinnovo: «La tranche di aumenti per il 2018 scatterà da marzo. Un’attesa durata 10 anni. Si ripristinano certezza e normalità nella tempistica negoziale. Gli addetti statali che in Trentino avranno l’aumento di stipendio sono 1.200. Si tratta dei dipendenti delle agenzie fiscali, entrate e dogane; dei dipendenti della questura, ovvero del ministero dell’ interno; del ministero della difesa, personale delle caserme; enti pubblici non economici, ovvero Inps, Inail, Aci ed altri enti minori. L’aumento economico si aggiunge alla parte normativa dove viene migliorata la disciplina del rapporto di lavoro. Si mettono finalmente le basi per la valorizzazione professionale del lavoro pubblico. Ora attendiamo la chiusura del contratto provinciale delle autonomie locali e quello della sanità».

Sul tema è intervenuto anche Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica che ha definito la firma un ottimo risultato : «La previsione dell’aumento medio di 85 euro mensili è stata mantenuta e a questo si aggiungono importantissimi passi avanti come il superamento della legge Brunetta che bloccava la contrattazione e soprattutto la semplificazione della costituzione dei fondi per la contrattazione decentrata, la semplificazione del loro utilizzo, la gestione di permessi e l'implementazione dei diritti in generale. E finalmente, una rivisitazione del capitolo relativo alla partecipazione sindacale. Da subito inizierà anche la rivisitazione dell'ordinamento professionale. Dopo 9 anni di attesa, quindi, un ottimo risultato».

Con la chiusura di questo contratto, al quale seguiranno quelli nazionali delle funzioni locali e sanità, tutto il personale dipendente in Trentino, sia pubblico che privato, ha visto un rinnovo contrattuale (almeno uno stralcio economico visto che per autonomie locali e sanità si sta ancora contrattando per chiudere definitivamente i contratti) negli ultimi anni tranne, purtroppo, il personale delle fondazioni Fem ed Fbk, il cui contratto è fermo dal 2009».













Scuola & Ricerca

In primo piano