Mancata elezione in Provincia no al risarcimento per Bezzi  

Il caso al Tar. Il politico solandro aveva fatto ricorso chiedendo alla Provincia 540 mila euro per il posto in consiglio che l’ufficio centrale e il Consiglio di Stato ha assegnato a Savoi



Trento. Il ricorso principale, quello che puntava a fargli avere un posto in consiglio provinciale a scapito di Alessandro Savoi (posto che rivendicava a suon di schede elettorali), è stato dichiarato inammissibile e quindi è inammissibile anche la richiesta di risarcimento legata alla mancata elezione. Così ha deciso il Tar che non ha dato soddisfazione a Giacomo Bezzi. Che aveva fatto ricorso chiedendo un risarcimento (alla Provincia) di 539.197,92 euro, ossia quanto ha “perso” non essendo stato eletto.

Un ricorso legato all’esito delle ultime elezioni provinciale che avevano visto Bezzi non eletto in consiglio per una manciata di voti. Un risultato che non era stato accettato dal solandro che aveva quindi investito il Tar della questione. Che aveva dato ragione proprio a Bezzi, candidato per “Unione di Centro con Fugatti”, di fatto eleggendolo al posto di Savoi che era candidato per la Lega. Tutto finito? No, altrimenti non ci sarebbe stata la richiesta di risarcimento. Il leghista, infatti, si è rivolto al Consiglio di Stato che il 18 luglio dello scorso anno, ha rovesciato la situazione “restituendo” il seggio a Savoi. Nel riconteggio il Consiglio di Stato ha infatti riconosciuto 10 voti in più alla Lega, a fronte di appena due all'Udc. Questione chiusa? No, e così si arriva alla sentenza di oggi.

Bezzi, tramite l’avvocato Eccher ha infatti presentato ricorso chiedendo la condanna della Provincia “al risarcimento del danno derivante dall’illegittimo esercizio dell’attività amministrativa svolta dall’Ufficio centrale circoscrizionale della Provincia Autonoma di Trento nell’ambito delle elezioni del Consiglio provinciale di Trento e del Presidente della Provincia autonoma di Trento nell’ottobre 2018 che ha determinato il riconoscimento un totale di 13 seggi alla lista 1 “Lega Salvini Trentino” in luogo dell’assegnazione di un seggio alla lista 19 “Unione di Centro con Fugatti” con conseguente mancata proclamazione del ricorrente Giacomo Bezzi alla carica di consigliere del Consiglio provinciale di Trento”. Un risarcimento che viene definito in poco meno di 540 mila euro. Bezzi ha infatti calcolato «il danno subito nell’importo pari all’indennità di mandato non percepita per i 5 anni di legislatura, per complessivi 326.100 euro, oltre a 47.040 euro per indennità di fine mandato ed al trattamento economico a carattere previdenziale conseguente, per un importo di 70.560 euro. E poi, a titolo di costi giudiziali, 95.497,92 nonché il danno non patrimoniale». Questa la richiesta alla quale ha risposto la Provincia direttamente chiamata in causa, spiegando che Bezzi «avrebbe dovuto dimostrare come quel voto avrebbe garantito l’incremento del quoziente ottenuto dalla lista 19 in misura sufficiente all’ottenimento dell’elezione in consiglio provinciale; ma il ricorrente si è limitato ad affermare che avrebbe ottenuto un voto in più qualora l’Ufficio Centrale Circoscrizionale avesse riesaminato la scheda 6/A/3» ed ancora «Il ricorrente non ha dimostrato il nesso di causalità materiale, secondo il criterio della causalità ipotetica, tra la condotta dell’Ufficio centrale circoscrizionale e l’evento diretto della mancata attribuzione del voto, oltre che dell’evento indiretto della mancata rielezione in Consiglio provinciale».

La parola finale però è stata quella dei giudici che hanno dichiarato inammissibile la richiesta di risarcimento danni perché il danno sarebbe conseguenza di un altro ricorso che è stato dichiarato - dal Consiglio di Stato inammissibile. E quindi niente risarcimento e spese compensate vista la compensate viste la complessità delle questioni dedotte in giudizio.













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