«Il Trentino resti solidale,  non tagli l’aiuto ai Paesi poveri» 

Cooperazione internazionale. La rete che raccoglie 53 organizzazioni trentine scende in campo contro la decisione della giunta: «Si vuole mutilare una legge di cui andiamo fieri»



Trento. «Si vuole mutilare una legge di cui andiamo fieri, riconosciuta a livello nazionale come una delle più innovative in materia, che rende evidente la solidarietà e impegna tutta la società trentina a essere concreta nel metterla in pratica. Anche grazie a questa legge hanno sostanza le speranze di vita migliore di centinaia di migliaia di persone ai quattro angoli del mondo». Scende in campo «FArete», la Rete delle Organizzazioni Trentine di Cooperazione Internazionale a cui aderiscono formalmente 53 realtà trentine. Ed è un duro atto d’accusa alla giunta provinciale, che ha deciso di eliminare - con un articolo inserito nell’assestamento di bilancio - l’impegno a destinare lo 0,25% del bilancio agli aiuti internazionali ai paesi in via di sviluppo. Sarà la giunta, in base alle risorse disponibili, a stabilire la quota da destinare a questi interventi, e i nuovi progetti dovranno avere il sostegno almeno per metà di un contributo privato.

Nella nota si sottolinea come queste realtà abbiano «più che raddoppiato le risorse messe a disposizione in termini economici (più del 50% dei fondi raccolti provengono dalla società civile trentina), aggiungendo l’incommensurabile contributo di idee, tempo, progettualità, passione messe a disposizione volontariamente e gratuitamente da migliaia di trentini che hanno reso un po’ migliore il mondo e soprattutto se stessi e il Trentino. Provate a chiedere a qualcuno dei volontari che tornano da una esperienza in uno dei progetti di cooperazione internazionale: immancabilmente vi diranno “Abbiamo ricevuto molto di più di quello che abbiamo dato”». È questa visione del mondo e del Trentino che sta a cuore alla Rete: «Lo stanziamento dello 0,25% del bilancio è solo una logica conseguenza della constatazione del valore di questo patrimonio da valorizzare e la decisione di togliere questo impegno - dice il presidente, Pierino Martinelli - implica un misconoscimento, vorrei dire un disprezzo, di queste esperienze, sempre più spesso oggetto di delegittimazione. E’ questa visione del mondo e del Trentino che ci si propone di relativizzare con una decisione che ha il sapore del trofeo da esibire, dimenticando che lo 0,25 rappresenta una quota infinitesimale del bilancio provinciale, che non cambierebbe molto per il Trentino, mentre ha cambiato e potrebbe cambiare ancora la vita di migliaia di persone».













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