la tragedia

Femminicidio a Cortesano, il grido di dolore della politica: “A dicembre Agitu, ora Deborah”

Il sindaco di Trento Franco Ianeselli: “La strage non si ferma, ogni giorno”. L’assessore provinciale Stefania Segnana: “Siamo senza parole”



TRENTO. È un messaggio di dolore quello che l’assessore provinciale alla famiglia Stefania Segnana, pronuncia alla notizia del dramma che si è consumato nel pomeriggio nei campi di Cortesano.
“Siamo senza parole - commenta l'assessore dopo essersi confrontata con il procuratore Raimondi per cercare di capire cosa sia successo - e siamo senza una ragione, perché ogni volta che una donna viene strappata alla vita dal suo compagno, è come se crollasse attorno a tutte noi quella casa che giorno dopo giorno stiamo faticosamente cercando di costruire”.

"Spetterà agli inquirenti - prosegue l'assessore Segnana - ricostruire il fatto che ha insanguinato un'altra volta il nostro sogno: quello di poter vivere libere e liberi dalla più odiosa forma di violenza. Ma spetta a noi cercare nella nostra coscienza la forza di ricominciare, subito, camminando accanto a questo nuovo dolore, per continuare a conquistare la fiducia di chi deve trovare il coraggio di chiedere aiuto”.
Per rivolgersi alla rete antiviolenza, ricorda la Provincia in una nota, è importante chiamare i seguenti numeri: numero unico 112 e numero anti-violenza 1522.

Per il sindaco di Trento Franco Ianeselli “rischiamo di non trovare più parole adatte, non scontate, di fronte alle uccisioni di donne. Eppure io credo che dobbiamo fermarci e trovarle. Dobbiamo interrogarci come maschi, come cittadini, come istituzioni. Due donne uccise in meno di due mesi in Trentino. A dicembre Agitu, oggi Deborah.

Oggi è successo in un sobborgo di Trento, dentro la nostra comunità, in un luogo che può sembrare più sicuro di altri. E invece no. La strage non si ferma, ogni giorno. Rischiamo di viverla come lontana da noi ma non è così. Dobbiamo fermarci e capire come possiamo curare una società malata di violenza che produce maschi violenti che ammazzano mogli, compagne, fidanzate. Lo dobbiamo ad Agitu, a Deborah e alle loro famiglie.

I Verdi del Trentino, per voce della loro consigliera provinciale Lucia Coppola, “con immenso dolore partecipano al cordoglio della famiglia di Deborah Saltori, barbaramente uccisa nella sua casa di Cortesano. L'ennesimo caso di femminicidio, tra i tanti che hanno già caratterizzato purtroppo l'inizio di questo 2021. La giovane vittima era mamma di quattro figli che hanno perduto il bene più prezioso e impagabile: l'affetto e la cura di una madre.

L'omicida è un uomo, il suo compagno, che era già stato ammonito per comportamenti violenti. Un pregiudicato agli arresti domiciliari. Un'altra donna che evidentemente è stata abbandonata al suo tragico destino, che non è stata abbastanza protetta e garantita. Non dalle forze dell' ordine, non da chi forse nei servizi sociali territoriali era a conoscenza del disagio presente in questa famiglia. Non dal gruppo parentale e amicale che non ha saputo cogliere le potenzialità distruttive di un rapporto tossico e pericoloso. Aiutare, sostenere, difendere con l' aiuto dei Centri Antiviolenza.

Forse qualche cosa è stato fatto ma evidentemente non abbastanza. Ora è troppo tardi per salvare Deborah. Ma non per riflettere sul tanto che si può e si deve ancora fare: in famiglia, nelle scuole, sui luoghi di lavoro, nelle istituzioni, nella società civile. Per prevenire tanta violenza e tanto dolore. Tanto orrore. Per educare uomini rispettosi, solidali, partecipi, attenti, miti e in grado di rapportarsi e dialogare con l' universo femminile. Per crescere donne libere, consapevoli dei propri diritti. Capaci di riconoscere l'amore vero, quello che non si nutre di sopraffazione, violenza fisica, umiliazione, maltrattamenti. Abbracciamo i figli di Deborah, chi l'ha amata e il suo ricordo".













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