A scuola con i lividi sul volto marito arrestato per le botte  

Violenza contro le donne. La segnalazione è partita dalle colleghe che erano preoccupate per la giovane docente che era andata al lavoro con delle ecchimosi e gli occhiali per coprirle



Trento. Gli occhiali neri per coprire gli occhi. Ma non abbastanza grandi per coprire anche i lividi. Segni di aggressioni che hanno messo in allarme le sue colleghe e che hanno spinto la dirigente scolastica a presentarsi in polizia per raccontare che una sua insegnante era vittima di maltrattamenti. È stato una sopra di abbraccio collettivo che ha fatto emergenze questa storia di violenza domestica che ha portato un giovane agli arresti nel maggio scorso. E dopo un mese trascorso in carcere, ora è ai domiciliari. Mentre lei, la vittima nel procedimento, sta cercando di ricostruire la sua vita, fra paura e confusione.

Il caso è finito davanti al giudice, ed è quasi un caso di scuola per quanto riguarda i maltrattamenti. La docente è una giovane donna apprezzata per il suo lavoro ma con delle chiare fragilità. Chi le sta intorno la osserva, le parla, cerca di capire quello che le succede. Fino a quando, nell’autunno scorso, si presenta a scuola con gli occhiali scuri e i lividi. Da alcune domande si capisce che è stata picchiata dal marito e le sue colleghe cercano aiuto. Vogliono capire quello che loro, singolarmente e in gruppo, posso fare per sostenerle ad aiutarla. Vanno al centro anti violenza, presentano il caso senza fare alcun nome, chiedono come muoversi. Non vogliono mettere la collega in difficoltà, ma si rendono conto che lei ha bisogno di aiuto. Anche se magari non lo sa. I giorni passano, si arriva a febbraio quando i lividi vengono notati dalla dirigente. Che parla con la sua insegnante. Che inizialmente spiega di aver sbattuto, di essersi fatta male da sola e solo dopo molte domande ammette che no, quegli ematomi non erano la conseguenza di qualche disattenzione. Era stato il marito ha colpirla, ad aggredirla. La dirigente si rivolge alla polizia, spiega la situazione, racconta di quelle ecchimosi, racconta della fragilità di quella donna. E anche delle difficoltà riscontrate dalla scuola. Perché è sì un’ottima insegnante, ma con dei comportamenti erano stati giudicati negativamente.

Difficoltà che sarebbero all’origine anche dell’atteggiamento aggressivo (non giustificabile) del marito. Un quadro insomma molto delicato sul quale si trova a decidere il giudice. E forse delle informazioni che potranno essere fondamentali arriveranno nella prossima udienza quando ci dovrebbe essere la testimonianza della vittima sul suo passato.













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