La partecipazione dei cittadini ai beni comuni

Rovereto. La giunta di Rovereto ha approvato un disciplinare per regolamentare la partecipazione attiva dei cittadini ai beni comuni. Il documento è stato elaborato da un gruppo tecnico di lavoro,...



Rovereto. La giunta di Rovereto ha approvato un disciplinare per regolamentare la partecipazione attiva dei cittadini ai beni comuni. Il documento è stato elaborato da un gruppo tecnico di lavoro, “pescando” anche da atti ed esperienze maturati in altri comuni e dal modello elaborato dall'associazione Labsus ''Laboratorio per la sussidiarietà" (punto di riferimento a livello nazionale in materia), dalle pronunce della Corte dei Conti in tema di responsabilità nonché dal processo attuato dalla piattaforma "Io partecipo" che sfociò nel 2018 in due bozze di regolamento ("beni comuni" e "pacifica convivenza") per il successivo voto consiliare. L’amministrazione roveretana fa sapere che il disciplinare a cui è stato dato il via libera è scaturito dalla fase di partecipazione avvenuta sia nelle circoscrizioni che nella commissione consiliare competente e che si tratta a sua volta di uno strumento per sostenere e promuovere la partecipazione dei cittadini: uno strumento ritenuto ancora più utile nell'attuale periodo caratterizzato dalla conseguente crisi economica e sociale legata al Covid. La partecipazione attiva potrà attivarsi per iniziativa dei cittadini (su proposta scritta compilando un apposito modulo) o in risposta a un progetto indetto e pubblicizzato dal Comune. Nel disciplinare, tra le altre cose, si legge che «l’intervento di cura, valorizzazione e rigenerazione dei beni comuni è attivabile e accessibile a tutti. I cittadini attivi possono svolgere interventi di cura, valorizzazione e rigenerazione dei beni comuni come singoli o attraverso formazioni sociali». Nel caso di minorenni la partecipazione può avvenire sotto la responsabilità di un maggiorenne e con il consenso dei genitori. Il patto di collaborazione nei casi ordinari non vedrà altro che una semplice autorizzazione del dirigente competente, condivisa con l’assessore o gli assessori di riferimento e sottoscritta dai cittadini attivi: solo nel caso di interventi complessi o di particolare rilevanza lo schema di patto di collaborazione andrà approvato dalla giunta o dal consiglio.

La collaborazione con i cittadini attivi può prevedere differenti livelli di intervento condiviso sugli spazi e sugli edifici pubblici e di interesse pubblico, e in particolare la cura occasionale, la cura costante e continuativa, la gestione condivisa e la valorizzazione e la rigenerazione. I patti di collaborazione possono prevedere l’affiancamento dei dipendenti comunali ai cittadini nell’attività di progettazione ed esecuzione della proposta di partecipazione. Il Comune non corrisponderà però, in via diretta né indiretta, compensi o corrispettivi di qualsiasi natura ai cittadini che svolgeranno interventi di partecipazione attiva. La partecipazione attiva può essere però prevista anche come “risarcimento”: come una forma di riparazione del danno nei confronti dell'ente quale misura alternativa alla pena detentiva e alla pena pecuniaria, ma rientra in tale ambito anche la realizzazione di forme di “volontariato di cittadinanza”, svolto quale forma di impegno diretto in attività di utilità sociali collettive da parte di cittadini che a vario titolo usufruiscono di interventi e supporti da parte di enti e servizi pubblici, quale forma di impegno diretto in attività di utilità sociali collettive. Un discorso analogo riguarda il servizio civile. M.CASS.













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