«Il Governo durerà 5 anni: farà tante cose come questa» 

Il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli a spasso sulla ciclabile parla anche della concessione dell’A22: «Stiamo valutando cosa è più conveniente»


di Ubaldo Cordellini


LIMONE. Arriva a bordo di una Renault Megane vecchio tipo, rosso bordeaux, un solo uomo di scorta, completo color carta zucchero, camicia bianca senza cravatta e mocassini scamosciati blu con le nappine, un po’ troppo piacioni per un ministro, ma sicuramente trendy. Danilo Toninelli, ministro 5 Stelle delle Infrastrutture e dei Trasporti, è lontano dai clichè ministeriali in voga fino a pochi anni. Niente codazzo di macchine di scorta, un solo agente dallo sguardo burbero ma simpatico che lo protegge e senza gli odiosi auricolari che fanno tanto robocop telecomandato.

Il ministro agita la mano ricambiando i saluti delle persone in barca sotto la nuova ciclabile di Limone, o quelle che passano sulla strada lì a fianco. Non si sottrae e risponde a tutte le domande, anche quelle sul governo e sui migranti costretti a vagare per il Mediterraneo a causa delle impuntature del suo collega Salvini: «Il governo durerà 5 anni e il nostro percorso è fatto di tante piccole cose che messe insieme fanno un grande programma. Tante cose come questa ciclabile di Limone che è una grande opera che ci permette di valorizzare il turismo». Al taglio del nastro si produce in una specie di spot della pubblicità progresso: «Ci sono 316 milioni per le ciclovie. E io ho due priorità: i pendolari e la mobilità dolce. Il mio impegno è quello di fare in modo che si possa raggiungere il posto di lavoro pedalando e magari di poter mettere le biciclette sui treni per poter completare anche i tragitti più lunghi».

Poi inforca la bicicletta, elettrica, che lo attende e pedala per la nuova ciclabile a strapiombo sulle acque blu e verdi del Garda. Con lui l’assessora al turismo della Regione Lombardia, l’ex azzurra di sci, per davvero e non come Fantozzi, Lara Magoni. Ma poi si ferma e parla un po’ di tutto. Anche della concessione dell’A22 che proprio l’altro ieri è stata messa in discussione dal presidente dell’Osservatorio per le liberalizzazioni Dario Balotta che gli ha scritto chiedendogli di annullare la concessione in proroga, già scaduta, e di far prendere le redini allo Stato. «Stiamo valutando cosa convenga fare», ha detto con prudenza. Una risposta che, visto quello che sta accadendo anche con la riforma del credito cooperativo, non può certo far restare tranquilli gli azionisti pubblici di A22 che mirano alla concessione senza gara da conquistare con una società totalmente pubblica, che ancora non c’è.

Ma poi, l’attualità prende il sopravvento e il ministro risponde sulla crisi dei migranti e sull’ultimo episodio dei 450 disperati che vagano per il Mediterraneo e che l’Italia non vuole: «L'Italia sta facendo la propria parte in maniera straordinaria. Abbiamo salvato 450 richiedenti asilo che avrebbe invece dovuto salvare Malta. Siamo intervenuti nelle loro acque Sar e loro si sono voltati dall’altra parte. Non abbiamo nulla contro Malta ma mi chiedo perché dobbiamo accollarci noi tutti i 450 immigrati. Noi li abbiamo salvati, ma la gestione va condivisa. Sul Mediterraneo si affacciano 23 paesi, non capisco perché dobbiamo sempre provvedere noi. Questi migranti vanno redistribuiti. Al massimo vanno identificati sulle navi perché se sbarcano scatta l’accordo di Dublino». Poi ha dimostrato ottimismo sull’iniziativa del premier Giuseppe Conte che ha scritto a Bruxelles per chiedere un’equa distribuzione dei migranti: «Sono convinto che con la rigidità seria e obiettiva del presidente Conte gli altri Paesi dell'Europa inizieranno a rispondere. Altrimenti prenderemo contromisure. Dei 450 profughi arrivati oggi prenderemo la nostra quota ma non sicuramente tutti».

A chi gli chiede se ci siano divisioni tra lui e Salvini, Toninelli risponde con una battuta che non è tanto una battuta: «Io Salvini quando sono a Roma lo sento sicuramente più di mia moglie. Se non è condivisione questa cos’é? Questo governo è unito e durerà cinque anni facendo tante piccole cose che messe insieme faranno un grande programma». Poi si toglie la giacca e risale sulla Megane bordeaux: «Ora vado a casa a Cremona perché la mia famiglia voglio vederla almeno per 24 ore nei week end».













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