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Peste suina, allarme di Coldiretti: “In Trentino troppi cinghiali"

Ordinanza dei ministri dopo i casi in Piemonte e Liguria: per 6 mesi solo caccia selettiva al cinghiale nelle zone infette



BOLZANO. “E’ un segnale importante anche per il Trentino Alto Adige la firma dell’ordinanza dei ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli per fermare la diffusione della peste suina africana”. Queste le parole del presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi che ritiene fondamentale “la tempestiva adozione di provvedimenti che consentano alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza”.

Dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, Coldiretti Trentino Alto Adige si mobilita soprattutto in considerazione dell’ingente presenza di cinghiali in alcune aree della regione.

“La Peste Suina Africana – sottolinea Barbacovi – può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali. La proliferazione dei cinghiali in alcune zone del Trentino Alto Adige rappresenta evidentemente un ulteriore problema, in questo caso anche sanitario. Lo scorso luglio a Trento siamo scesi in piazza per chiedere azioni di prevenzione e contenimento della diffusione del cinghiale a tutela delle nostre aziende. Sappiamo che la Provincia attraverso l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli si è fatta carico del problema e confidiamo si trovi a breve una soluzione efficace”.

Il provvedimento – spiega la Coldiretti - prevede il divieto di ogni attività venatoria salvo la caccia selettiva al cinghiale nella zona stabilita come infetta da Peste Suina Africana, ossia 114 Comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria, dove la presenza di allevamenti è per fortuna molto contenuta. Nell'area circoscritta – precisa la Coldiretti - sono altresì vietate la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre

attività di interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti.

L'ordinanza in vigore per sei mesi – continua la Coldiretti - si pone l’obiettivo di "porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati".

Per la Coldiretti serve subito un’azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli eventuali danni economici alle imprese. Si ravvisa infine la necessità di avviare iniziative comuni a livello europeo perché è dalla fragilità dei confini naturali del paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare portatori di peste.













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