Dalla Val di Sole all’Europa 

L’incontro. Quattro giovani raccontano la loro esperienza professionale all’estero: Alessandra Scarsi vive a Parigi, Alessandro Ischia a Vienna, Luca Pangrazzi a Innsbruck, mentre Laura Scaramella ha lavorato a Londra ma ora è a Roma


CARLO ANTONIO FRANCH


Malé. Per parlare dell’Europa, quattro giovani della Val di Sole che si sono realizzati all’estero: Alessandro Ischia, Laura Scaramella, Luca Pangrazzi e Alessandra Scarsi in video collegamento Skype, da Parigi, hanno raccontato la loro esperienza lavorativa. L’incontro, dal titolo “Solandri Europei –Pensare l’Europa, vivere l’Europa”, è stato organizzato dal Centro Studi per la Val di Sole in collaborazione con la Comunità di Valle, nella sala plenaria della Comunità a Malé con notevole presenza di pubblico. Il giornalista Paolo Magagnotti, che che ha introdotto e moderato, ha tracciato il percorso storico dal dopoguerra ad oggi. L’Europa, un’entità territoriale nata sulle ceneri di due conflitti mondiali, ci ha donato 70 anni di pace e di prosperità.

Pagine di storia

Tutto ebbe inizio il 9 maggio del 1950, quando l’allora ministro degli Esteri francese, Robert Schumann propose la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca). L’Unione europea venne posta in essere allo scopo di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra Paesi vicini, culminate nei conflitti mondiali, iniziando a unire i Paesi europei sul piano economico e politico. I sei membri fondatori furono il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. A quasi settant’anni da quella storica iniziativa, che pose le basi dell’Unione europea così come la conosciamo ora, il nostro continente si trova di nuovo a far fronte a una serie di sfide, che ne mettono alla prova l’unità e che rischiano di offuscare i grandi progressi compiuti.

Le ragioni di un percorso

Ai giovani è stato chiesto di spiegare il percorso che hanno fatto per maturare la decisione di trasferirsi all’estero in cerca di un’occupazione. È emerso che sono stati fondamentali i programmi Erasmus (un progetto di mobilità studentesca dell'Unione europea, creato nel 1987). Qualcuno è stato spinto da una cultura familiare europeista, sollecitato dai genitori, ma anche dal desiderio di realizzazione personale e una ricerca di orizzonti più ampi. La ricerca di un luogo che offre più opportunità per le aspirazioni personali. L’Europa ha una grande ricchezza di lingue, ma la conoscenza dell’inglese spalanca tutte le porte ai giovani. Alessandra Scarsi lavora a Parigi; Laura Scaramella, di Caldes, dopo un’esperienza a Londra, si è trasferita a Roma. A Vienna invece vive da anni Alessandro Ischia di Malé; Luca Pangrazzi di Commezzadura, dopo la laurea a Milano, ha trovato lavoro a Innsbruck. Tutti hanno auspicato una politica europea unitaria e non l’egemonia dei singoli stati apprezzando enormemente la libertà di movimento. Laura Scaramella si è trovata a Londra dopo il referendum sulla Brexit e ha notato un clima di sospetto e un atteggiamento di indisponibilità nei confronti degli stranieri.

Un pubblico curioso

Al termine della serata, il pubblico ha rivolto molte domande ai giovani, da cui è emerso che il livello di istruzione in Italia è di alto profilo, superiore a quello estero. I giovani provano un attaccamento forte alla propria terra e nello stesso tempo un senso di sconforto, perché non offre grandi opportunità e non permette loro di esprimere le proprie potenzialità. Pangrazzi ha spiegato che, dopo aver completato gli studi a Milano, ha ricevuto solo proposte nel campo del volontariato.

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