Anche Castel Coredo si apre al pubblico e mostra i suoi tesori
Val di non. Dopo Castel Thun, Castel Valer e Castel Nanno, da quest’anno nel circuito dei manieri visitabili della valle di Non entra Castel Coredo. «Grazie a un attento lavoro di valorizzazione a...
Val di non. Dopo Castel Thun, Castel Valer e Castel Nanno, da quest’anno nel circuito dei manieri visitabili della valle di Non entra Castel Coredo. «Grazie a un attento lavoro di valorizzazione a più mani, anno dopo anno, si susseguono le apertura delle loro sale al pubblico rivelando patrimoni storico-artistici di inestimabile valore: quadrerie, cicli di affreschi, antichi e preziosi mobili, importanti documenti che permettono di inquadrare il ruolo di primo piano svolto nei secoli dalla Val di Non sia nel principato vescovile di Trento sia nell’impero guidato dagli Asburgo» - scrive l’Apt.
Dal 1° luglio al 15 settembre gli appuntamenti in programma sono due al giorno – nei restanti periodi i giorni di visita sono in calendario nel weekend e nelle giornate festive - e permetteranno di seguire un affascinante percorso di scoperta di uno dei borghi più antichi della Val di Non, teatro degli efferati processi alle streghe avvenuti tra il 1613 e il 1614 proprio a Palazzo Nero, nei pressi del quale si svolsero anche le esecuzioni.
Castel Coredo non ha le tipiche sembianze di un castello: è un austero palazzo signorile in cima a un colle, nascosto alla vista da un bosco di conifere, che ospitava un antico maniero turrito documentato per la prima volta nel 1291. Benché quasi a ridosso della vecchia chiesa di Santa Maria e del cimitero, Castel Coredo (o Coreth, alla nonesa) è sempre o quasi rimasto inaccessibile ai paesani. Sono pochi infatti i coredani che possono vantare frequentazioni di un qualche significato. Il castello originale fu interamente distrutto da un incendio nel 1611 e l’attuale edificio risale al 1726, data che si legge nell’iscrizione posta sopra il portale d’ingresso, accompagnata dallo stemma di Sigismondo Nicolò Coreth: a quest’ultimo, cavaliere del Sacro Romano Impero e consigliere dell’Austria Superiore, si deve la ricostruzione del palazzo nelle forme attuali. Il compatto edificio a quattro piani è tuttora di proprietà dei conti Coreth zu Coredo und Starkenberg. Al suo interno è possibile ammirare pregevoli arredi, trofei di caccia e un’interessante piccola quadreria, composta principalmente di ritratti di avi ed esponenti della Casa d’Asburgo. Affascinante e misteriosa anche la storia di Palazzo Nero che fu sede della Giustizia del Principato Vescovile nelle valli del Noce fra il 1460 e il 1475 circa. L'appellativo deriva probabilmente da un incendio doloso che vide il palazzo invaso dalle fiamme quando nel 1477 gli abitanti della valle si scagliarono contro il proprietario dell'edificio, un massaro che non godeva del loro favore. Al primo piano, è visibile un interessante ciclo di affreschi collocato nella cosiddetta Sala del Giudizio e databile al periodo in cui a Coredo si amministrava la giustizia.
Fra il 1613 e il 1614, Palazzo Nero fu sede di un processo per stregoneria che coinvolse ben 150 imputati. Le esecuzioni ebbero luogo nella piazza antistante l'edificio. G.E.