il caso

La madre biologica nega i figli all’ex compagna: interviene la Corte europea

La corte dei diritti dell’uomo ha aperto il procedimento sul caso di Padova. La mamma “negata” è seguita dall’avvocato trentino Alexander Schuster



PADOVA.  La Corte europea dei diritti dell'uomo ha aperto un procedimento sulla mamma padovana alla quale è stato negato il diritto di vedere le due gemelle che la donna aveva avuto condividendo il ruolo di co-madre con la sua ex compagna.

Il caso era finito davanti alla Corte Costituzionale qualche mese fa dopo una lunga trafila giudiziaria partita dal tribunale dei Minori di Venezia.

La Corte aveva sentenziato che deve essere il legislatore a mettere ordine in questa situazione, perché la co-madre, allo stato attuale, non ha alcun aggancio giuridico per far valere la sua posizione.

Le due donne avevano condiviso la scelta di avere le bimbe, con la fecondazione artificiale, Poi la madre naturale aveva lasciato la compagna, impedendole di avere alcun rapporto con le bambine.

Per questo la donna si era affidata all'avvocato trentino Alexander Schuster, che ha accompagnato la padovana in tutto il suo percorso giudiziario.

"Bene fa Strasburgo a mettere il Governo italiano sul banco degli imputati per le gravi violazioni dei diritti fondamentali miei e delle mie bambine - commenta la donna - In due anni e mezzo sono riuscita a vederle meno di cinque ore e non viene intrapreso alcunché per porvi rimedio.

Il Tribunale per i minorenni e la Procura tacciono da oltre un anno.

Temo che si stia andando verso l'ennesima condanna della giustizia minorile italiana per incapacità di assicurare effettività a diritti riconosciuti solo sulla carta. E intanto, il tempo passa e le mie bambine non mi possono vedere né abbracciare. È tempo che il Parlamento legiferi, come chiesto a gran voce dalla Corte costituzionale proprio con riguardo al mio caso". 













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