E adesso per M49 c’è una nuova idea: il Parco di Giustino

Giustino. Tornato in gabbia, perchè tradito dal ritorno nell’area “di casa” e riacchiappato nei giorni scorsi sopra Tione, ora per l’orso M49 si potrebbe aprire un’altra prospettiva futura. La...



Giustino. Tornato in gabbia, perchè tradito dal ritorno nell’area “di casa” e riacchiappato nei giorni scorsi sopra Tione, ora per l’orso M49 si potrebbe aprire un’altra prospettiva futura. La sostiene, in una nota, Alessandro Giacomini.

«Sono già state adottate - scrive Giacomini - procedure, tramite canali diplomatici, per inserirlo in altri parchi europei o addirittura in centri faunistici fuori dalla stessa provincia Trentina. Direi che non c'è nulla di più errato, sarebbe un mero regalo. Sorvoliamo pure sui costi del “Progetto Live Ursus” per l’inserimento dei plantigradi in Trentino, cosi pure per le spese di gestione, e nello specifico dei veniali danni causati da M49, ma ora che l’irascibile orso è agli arresti domiciliari al “ Casteller “ esso e diventato di fatto una opportunità da remunerare».

Ecco allora l’idea che sarebbe utile anche in termini promozionali, per una splendida zona della nostra provincia.

«Una delle migliori collocazioni - scrive Giacomini - è senza dubbio il nuovo centro, in fase di ultimazione, denominato “Parco faunistico di Giustino”: esso è inserito nell’area delle ex cave Armani e Maffei, nei comuni catastali dell’alta val Rendena di Giustino e Massimeno. Il centro ha una morfologia, cioè barriere naturali, che si adattano alla perfezione per M49 il suo “ naturale catino della ex cava Maffei” ha dimensioni ciclopiche che ben si assestano a qualsiasi orso problematico per il suo benessere psico fisico. Per la contingente crisi, sarebbe un progetto strategico per tutto il territorio si valorizzerebbe il Trentino con una proposta turistica innovativa, l’area è uno stadio naturale che favorirebbe percorsi didattici e di avvistamento dell’orso in una modalità selvaggia e affascinante per la naturalità del contesto, sicuramente unico al mondo nel suo genere. Tale parco faunistico potrebbe diventare un’appetibile esca per fotografi naturalisti, scolaresche, turisti di ogni nazione, o più semplicemente per l’innata curiosità di ogni individuo di avvicinarsi in tutta sicurezza, magari accompagnati da esperti del Parco Adamello Brenta, all’incontro con l’orso nel suo naturale ambiente e non in quei penitenziari denominati zoo».

Il succo? Giacomini lo sintetizza così: «cosa aspettiamo a trasformare un problema in una opportunità?».













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