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Carenza di infermieri in Trentino? Arrivano i primi sette in aiuto dall’Albania

L'arrivo dei professionisti domenica è il frutto della collaborazione con l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana. Mattia Gottardi: grande opportunità di cooperazione internazionale. Roberto Simoni: dalla Cooperazione trentina il massimo sostegno



TRENTO. La carenza cronica di personale infermieristico nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie ha avuto una ulteriore accelerazione con l’emergenza Covid. Un problema diventato vera e propria emergenza soprattutto nelle strutture di assistenza per gli anziani come le Rsa.

Una possibile via di uscita dall’emergenza è rappresentata dall’Albania, terra in cui da tempo sono attivi contatti e progetti comuni con il Trentino, in particolare nel campo della formazione riservata all’emancipazione delle giovani donne per iniziativa della cooperazione sociale e della Curia.

In particolare, si è rivelato particolarmente efficace la relazione con l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, istituto nato nel 2004 che ha attivato corsi di laurea di medicina e infermieristica in collaborazione con l’Università Tor Vergata, titoli pienamente riconosciuti dallo Stato italiano e quindi subito spendibili anche nelle strutture sanitarie trentine.

Oggi pomeriggio, 11 febbraio, nella sede della Federazione a Trento si è svolto l’incontro tra il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni, il referente del progetto Paolo Fellin (Coop Vales) e il Rettore della Fondazione dell’Università Padre Jerome Ndo Mih.

Presente anche l’assessore provinciale alla Cooperazione internazionale Mattia Gottardi.

«Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto, molto innovativo» ha detto Roberto Simoni. «Auspico – ha detto il rettore Padre Jerome Ndo Mih - che nel prossimo futuro Tirana venga considerato un partner speciale. Il nostro primo rettore era un trentino, padre Ruatti originario della Val di Sole».

«L’incontro con l’Università di Tirana ci ha permesso di conoscere una realtà molto qualificata che potrebbe essere interessata ad una collaborazione con la Provincia autonoma», ha detto Paolo Fellin.

«Sono in arrivo in Trentino i primi laureati disposti a lavorare nelle nostre strutture, ed altri potrebbero arrivare, anche a favore di altri partner. Per questo abbiamo chiesto all’assessore Gottardi di ripristinare canali di collaborazione con Tirana per sviluppare ulteriormente il progetto e farlo diventare sistema».

L’assessore Gottardi ha spiegato che «questa è una buona opportunità di cooperazione internazionale, l’Albania potrebbe essere uno dei primi territori per creare una collaborazione più stabile e un percorso più strutturato, dopo il rallentamento dovuto all’emergenza Covid. Il progetto è valido, massima disponibilità».

Il progetto prende le mosse da lontano, da quando, su sollecitazione di un gruppo di operatrici albanesi in servizio nelle cooperative sociali, sono stati attivati e autofinanziati i primi corsi di operatori socio assistenziali (OSS) riservati alle giovani donne nella zona a nord/est del paese. «Ci tengo a sottolineare – ha proseguito Fellin – che noi non facciamo intermediazione di manodopera né procacciamento di lavoro, ma creiamo un percorso virtuoso: loro vengono, verificano le opportunità, poi decidono. A tale scopo abbiamo costituito in territorio albanese una società non profit, la WeMi di Tirana, di cui è direttore l’avv. Luigj Gjergji.

Noi proponiamo contratti di lavoro, con supervisione continua di questa realtà».

Gli infermieri e infermiere professionali che arriveranno in Trentino avranno l’opportunità di lavorare, dopo un periodo di tirocinio, nelle sedi di Trento o Bolzano della cooperativa Vales, a Trento presso la Spes, Curia Trentina e Opera Barelli, o a Padova con la cooperativa Solidarietà.

I primi sette infermieri arriveranno domenica, e saranno impiegati all’interno delle strutture della cooperativa Spes.













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