ISTRUZIONE

Ritorno a scuola con il doppio turno, metà classe sui banchi e gli altri online 

Le ipotesi su cui lavora la Provincia per la ripresa delle lezioni. Il nodo delle mascherine per prof e studenti: ne servono 80mila ogni giorno. Si pensa al dimezzamento anche alle elementari con una maestra in cattedra e una che insegna a distanza, ma c’è il problema dei genitori che lavorano


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Un mix di tecnologia e organizzazione, con classi dimezzate e turni settimanali in aula. La scuola trentina, pur tra mille incognite, si sta preparando a vari scenari in vista della ripresa dell’attività. Tutto dipende anche dalla data in cui si tornerà sui banchi, entro il 18 maggio o direttamente a settembre.

Doppio turno tecnologico

Il Trentino punta molto sulla già buona dotazione di strumenti per la didattica a distanza, come spiega il direttore generale del Dipartimento della Conoscenza Roberto Ceccato: «Ancora è prematuro mettere a punto un’organizzazione dettagliata, dal momento che non ci sono punti fermi sui quali basarla. Stiamo osservando con attenzione l’evoluzione e abbiamo già iniziato a fare dei ragionamenti sulla ripresa. Se si ripartirà entro il 18 maggio il doppio turno con le classi divise a metà per assicurare il distanziamento sociale è una delle ipotesi principali prese in considerazione per assicurare il distanziamento tra gli alunni. E’ un’ipotesi che potrebbe anche applicarsi anche alla ripresa in settembre, ma è tutto da vedere, in base all’andamento dell’epidemia. Dobbiamo vedere come realizzare concretamente questo piano in ogni ordine e grado della nostra scuola. Certo è improponibile un normale doppio turno con metà classe che va a scuola la mattina e metà al pomeriggio. Non sarebbe possibile per il solo fatto che non possiamo chiedere un impegno doppio agli insegnanti. Per questo abbiamo pensato a un doppio turno settimanale con metà classe che per una settimana va a scuola e l’altra metà che segue le lezioni a distanza e lavora su esercitazioni e compiti dati online».

Ceccato spiega che questa soluzione è facilitata dal fatto che gran parte delle scuole trentine sono già dotate di Lim, le lavagne elettroniche: «Abbiamo già una buona dotazione di strumenti tecnologici a partire dalle lavagne elettroniche che darebbero una grossa mano, soprattutto alle medie e alle superiori».

Scuole elementari

Il dirigente generale, infatti, è ben consapevole che questa non può essere la soluzione ideale in tutte le scuole: «Abbiamo quasi 80 mila studenti, considerando anche le professionali: ogni scuola ha condizioni diverse. Certo, il doppio turno sarà di più difficile realizzazione per i più piccoli, nelle scuole dell’infanzia e alla scuola primaria. In questi contesti, per direttiva ministeriale, le classi sono più piccole, con un metro e mezzo per alunno invece del metro e 80 centimetri richiesti alle secondarie. Ma soprattutto i bambini sono meno inclini a rispettare regole di distanziamento e non sanno ancora usare bene gli strumenti tecnologici. Per le primarie si potrebbe pensare a un insegnante che faccia lezione a scuola a metà classe e l’altro che la faccia, magari in orari diversi, a distanza»

I genitori che lavorano

Qui subentra un altro problema: è quello della presenza dei genitori. «È chiaro che nelle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori si dovrà pensare a forme di congedo temporaneo per la mamma o il papà - aggiunge Ceccato - Altrimenti chi non ha forme di sostegno familiare non saprà a chi lasciare il figlio. Se la situazione si protrarrà a lungo, sarà fondamentale assicurare il diritto allo studio di tutti».

Ripresa a settembre

La data della ripresa delle lezioni sarà fondamentale per decidere quale piano adottare. «La ministra Azzolina ha detto che il prossimo anno scolastico si dovrà riprendere molto presto, ma già molte regioni hanno fatto presente che il calendario scolastico viene deciso in autonomia, anche perché i problemi pratici da affrontare sono tanti».

Mascherine

Ceccato poi mette l’accento sui dispositivi di protezione personale: «Per i nostri studenti ci sarà bisogno di 80 mila mascherine al giorno. Chi le deve fornire? Se diventano obbligatorie o caldamente consigliate è un tema di diritto allo studio e, in quel caso, dovrebbe pensarci la scuola. Ma noi al momento non abbiamo indicazioni. Per settembre forse anche il problema dell’approvvigionamento sarà risolto, ma per maggio mi pare difficile. Un’ulteriore incertezza che nessuno, per il momento è in grado di sciogliere».

Mense e trasporti

I dubbi riguardano anche ogni altro aspetto della vita dello studente: «Dovremo pensare ai trasporti. Certo gli alunni non potranno viaggiare su autobus strapieni come avviene oggi. E dovranno essere distanziati anche a mensa. Ci sarà bisogno di turni e maggiori mezzi a disposizione. Ogni momento dovrà essere organizzato in maniera tale da ridurre il pericolo di contagio». L’organizzazione sarà la parola chiave di questa ripresa. Ci dovrà essere una pianificazione dei tempi molto precisa e un uso sempre più spinto delle nuove tecnologie: «Il Trentino è il territorio italiano in cui i computer sono più diffusi. La Provincia ha anche stanziato un milione di euro per acquistare nuovi pc da dare alle famiglie. Vedremo se sarà sufficiente. Quello che è sicuro è che dovremo continuare su questa strada», spiega Ceccato.

 













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