Fugatti: «Piste chiuse? Diano i ristori» 

Il punto della situazione. Le richieste del presidente della Provincia a Roma: «È un tema europeo? Intervenga l’Ue» Intanto il bilancio del Covid si aggrava: ieri ci sono state altre 14 vittime. I nuovi contagi sono 143 con 2.200 tamponi 



Trento. Ancora un numero di morti molto elevato nel bilancio quotidiano dell’epidemia di Covid stilato dall’Azienda sanitaria. I decessi in 24 ore sono stati 14, un numero molto vicino al record giornaliero di questa seconda ondata. Questo a dimostrazione del fatto che ancora i dati dell’epidemia sono molto alti. Delle 14 vittime del Covid-19, 9 sono decedute in ospedale, 1 nella struttura di Mezzolombardo e 4 in Rsa.

Sul fronte dei contagi, invece, i nuovi positivi al molecolare risultano 143, a fronte di oltre 2.200 tamponi eseguiti. Nel dettaglio: dei nuovi positivi, 80 sono stati identificati tramite tracciamento o screening; 24 (tra ospiti e operatori) provengono dall’ambito delle Rsa; ci sono poi 3 bimbi con meno di 2 anni, 1 con meno di 5 anni ma è sempre più alto il dato dei contagi fra gli over 70, che nel rapporto risultano essere 66.

Lento ma costante anche l’aumento dei ricoveri ospedalieri: ieri i nuovi ingressi sono stati 38, a fronte di 27 dimissioni; il totale dei ricoveri al momento è di 478 pazienti, di cui 42 in rianimazione. Proprio il dato dei ricoverati è uno dei punti più critici per quanto riguarda il Trentino.

I nuovi casi riferiti agli studenti sono 9; le classi in quarantena erano 106, in aumento dopo una unga discesa.

In questa lunga guerra contro il Coronavirus ci sono fortunatamente anche molte persone che guariscono: il rapporto ne indica 176 che portano il dato complessivo a quota 11.190

Infine i tamponi: 2.235 i molecolari analizzati, di cui 1.608 nel laboratorio di Microbiologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento ed altri 627 dalla Fem. Con questi, il dato da inizio pandemia sale a 356.152.

Presentando i dati, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è tornato sul tema della riapertura degli impianti da sci: «Da noi il livello dei contagi si è stabilizzato da ormai 10 – 15 giorni. Qualora la situazione sanitaria lo permettesse, avendo già fatto un protocollo, riteniamo che gli impianti da sci possano aprire. La posizione del governo italiano è quella di prevedere un inverno senza l'apertura delle piste da sci. L'Austria ha già dichiarato che la stagione sciistica si farà. Siccome il Governo Conte ci ha raccontato che il tema è europeo, deve essere l'Europa a prendere posizione. Se l'Ue ci dirà che le piste non possono essere aperte qualcuno deve garantire i ristori che dovranno riguardare non solo gli impianti ma tutto l'indotto. La Provincia non ha le risorse per coprire tutto questo indotto. Se il Governo decide di chiudere ci sentiamo di dire, come ha fatto l'Austria, che attendiamo i ristori».













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