Buoni pasto, riparte il maxi appalto 

Il caso. Dopo la “rivolta” degli esercenti contro il “caro ticket” e la revoca della precedente aggiudicazione, l’Apac affida il servizio alla terza classificata, la bolognese Day Ristoservice che aveva ribassato l’offerta del 7,7% e che ora ha 45 giorni per convincere 1200 tra bar e ristoranti


Luca Petermaier


Trento. Si riparte dall’ultimo classificato, dalla “Day Ristoservice” che si era piazzata al terzo posto nella gara per la fornitura del servizio di buoni pasto per i dipendenti provinciali. Sarà l’azienda con sede a Bologna, adesso, a dover convincere entro 45 giorni 1.251 pubblici esercenti tra bar e ristoranti a sottoscrivere gli accordi di convenzione. Operazione che non era riuscita alla prima classificata nella gara d’appalto indetta dall’Apac, quella Cir Food che (avendo presentato soltanto 985 accordi di convenzionamento) si era poi vista revocare l’aggiudicazione con conseguente decadenza della stessa. Immancabile il conseguente ricorso al Tar contro la decisione dell’Agenzia provinciale per gli appalti.

In attesa di capire come finirà la vertenza giudiziaria, la palla passa ora in mano alla Day Ristoservice che nella seduta del 4 ottobre scorso si è vista aggiudicare la gara con un ribasso del 7,730% che corrisponde ad un importo totale complessivo pari a 51.072 milioni di euro. Somma decisamente superiore rispetto ai 49.440 milioni di euro che erano stati offerti da Cir Food che aveva ribassato di oltre il 10%. È invece uscita di scena la seconda classificata, la Ederned Italia Srl che non ha rinnovato la propria offerta.

Il minor ribasso messo sul piatto dall’azienda bolognese sarà sufficiente per offrire ai pubblici esercizi da convenzionare condizioni meno onerose di quelle di Cir Food? In teoria sì e questo potrebbe portare finalmente a conclusione un appalto di servizio complicato, dal valore enorme e che coinvolge una fetta rilevante della rete di bar e ristoranti della provincia di Trento, quelli in cui i dipendenti provinciali consumano quotidianamente i propri buoni pasto.

Resta il fatto che questa gara non è mai andata giù alle associazioni di categoria che - dopo aver rifiutato in tanti casi il convenzionamento con Cir Food - hanno attaccato direttamente la stessa Provincia. Massimiliano Peterlana, presidente di Fiepet-Confesercenti, aveva chiede a Piazza Dante di rifarlo, il bando. «Quello che chiediamo - aveva detto - è di rifare il bando con un capitolato tecnico diverso, non al massimo ribasso e commissioni a zero per i ristoratori». «Lo sconto di ribasso nel capitolato - aveva aggiunto Peterlana - si va a ripercuotere per la medesima percentuale sulla commissione che deve pagare il pubblico esercizio alla società che si è aggiudicata la vittoria». Fiepet-Confesercenti ha anche chiesto che le associazioni di categoria vengano coinvolte nella discussione dell’eventuale nuovo capitolato tecnico.

Molto critica - all’epoca della prima aggiudicazione, poi revocata - si era dimostrata anche l’Associazione ristoratori: «Le nostre critiche ed i nostri dubbi – aveva spiegato il presidente Marco Fontanari – erano più che fondati, quando ad inizio anno abbiamo fatto notare al presidente Fugatti che questo bando andava a colpire in primis le aziende che avrebbero erogato il servizio, cioè ristoranti e pubblici esercizi, e subito dopo gli utenti del servizio».

Dal canto suo la Provincia ha sempre contestato la ricostruzione dei ristoratori: «Il criterio di aggiudicazione non è quello del massimo ribasso - era stato precisato da Piazza Dante - ma quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa dove l’offerta tecnica pesa 80 punti e quella economica 20».















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