ACCOGLIENZA

Profughi, la Curia ne accoglierà 250

Vertice con la Provincia: cresce il numero rispetto ai 135 attuali. Ma Fugatti conferma la sua linea: no all’accoglienza diffusa anche nelle valli, i migranti saranno concentrati in grandi strutture nelle città. Unica eccezione: 7 delle 24 donne nigeriane resteranno a Lavarone.

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TRENTO. L’accordo di massima raggiunto prevede che la Curia accolga in appartamenti di sua proprietà 250 richiedenti asilo (rispetto ai 135 attuali). E' il risultato del vertice tra la Diocesi, la Provincia e il Centro Astalli.

Saranno strutture collocate a Trento e Rovereto, perché su un punto il governatore è stato chiaro rispetto alle richieste iniziali della Diocesi: non torneremo indietro rispetto al nostro modello, no all’accoglienza diffusa anche nelle valli, i migranti saranno concentrati in grandi strutture nelle città, che consentono di ridurre i costi. «L’accoglienza - precisa - andrà gestita secondo i requisiti previsti dal decreto ministeriale (il decreto Salvini che ha tagliato i costi dell’accoglienza, da 35 a 21 euro al giorno a migrante, ndr)».

Il confronto tra le parti proseguirà nelle prossime settimane su come organizzare le convenzioni. Il piano di Astalli prevede di realizzare un progetto di inclusione dei profughi nella comunità grazie all’inserimento in piccoli gruppi.

C’è però un’eccezione, e riguarda le 24 profughe nigeriane accolte due anni fa a Lavarone. La Provincia ne ha annunciato qualche settimana fa il trasferimento e il caso ha prodotto molte reazioni, in paese (dove alcune delle ragazze si sono integrate), dentro e fuori la Chiesa, con la provocazione lanciata da don Farina di uno “sciopero della messa” di protesta.

La Diocesi ha annunciato ieri sera che - grazie a un accordo con il Comune di Lavarone e la Provincia - 7 delle 24 migranti (quelle che hanno un lavoro, ndr) resteranno a Lavarone, ospiti della canonica a Cappella. «Abbiamo individuato una soluzione che non cancella del tutto l’esperienza di integrazione realizzata a Lavarone. Mi auguro si possa anche in futuro percorrere ogni strada possibile per offrire ai richiedenti protezione internazionale accoglienza da parte delle nostre comunità», commenta il vescovo Lauro Tisi.

Nettamente più sfumata la Provincia, la quale informa che «è stato accennato il tema della permanenza a Lavarone di alcune donne che hanno trovato già un lavoro in zona e per le quali il trasferimento non consentirebbe il prosieguo dell’occupazione».

Intanto oggi i sindacati tornano in piazza (Piazza Pasi alle 11) contro i tagli all’accoglienza e per difendere i posti di lavoro nel sociale.













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