Agricoltura

Silvia Di Giovanni: dall'Abruzzo al Trentino per coltivare piante officinali

La sua azienda ha una superficie complessiva di 16.000 metri quadrati, in pendenza, e le coltivazioni avvengono su terrazzamenti. Le principali colture - tutte piante officinali e aromatiche - sono: ribes nigrum, calendula, lavanda, rosmarino, achillea, melissa, malva, menta, bardana e molte altre


Carlo Bridi


ISERA. Non ci era mai capitato, in tanti anni di interviste, di incontrare un'ex dipendente dell'esercito italiano. L'occasione ce l'ha offerta il professor Paolo Dallavalle, responsabile del corso delle 600 ore organizzato dall'Istituto Agrario di San Michele all'Adige. Il cognome stesso della nostra intervistata, Silvia Di Giovanni, ci rivela le sue origini abruzzesi.

Con il marito, capitano dell'esercito, veniva sempre in vacanza in Trentino e, da buona montanara, si era innamorata dell'ambiente. Quattro anni fa, con il trasferimento del coniuge a Trento, è venuta ad abitare stabilmente in questa regione. Prima per tre anni in affitto nel capoluogo, poi ha trovato una casa in mezzo alla campagna a Folaso d'Isera - "un piccolo paradiso", la definisce lei - dove si sono trasferiti due anni fa.


La Di Giovanni proviene da una famiglia contadina e già in Abruzzo coltivava la passione per la campagna. Il padre, tra l'altro, coltivava piante officinali e aromatiche oltre all'olivo, specie che anche lei aveva imparato a conoscere. Da qui la scelta di dedicare la sua azienda a queste coltivazioni.


Considerando però che per coltivarle razionalmente era necessaria una maggiore competenza, mentre frequentava il corso delle 600 ore a San Michele, ha seguito anche un corso per la coltivazione delle erbe officinali a Laimburg, in Alto Adige.


"Il corso delle 600 ore è stato per me molto importante e interessante", afferma Silvia. Lo scorso anno ha presentato domanda per ottenere il premio d'insediamento, che le è stato concesso, e ora sta realizzando gli obiettivi fissati nella richiesta. Avendo da poco terminato il corso, ha i requisiti per chiedere l'acconto del premio che attende per poter procedere. Con questi fondi intende acquistare una trattrice usata, comprare un fondo confinante e avviare le procedure per la realizzazione di un laboratorio per la trasformazione dei prodotti aziendali, che per ora fa lavorare presso un laboratorio di terzi.


L'azienda ha una superficie complessiva di 16.000 metri quadrati, in pendenza, e le coltivazioni avvengono su terrazzamenti. Le principali colture - tutte piante officinali e aromatiche - sono: ribes nigrum, calendula, lavanda, rosmarino, achillea, melissa, malva, menta, bardana e molte altre.


In Abruzzo sta sperimentando la coltivazione della liquirizia, ormai al terzo anno, quindi le prime radici possono essere utilizzate. "Abbiamo un contatto con l'Università di Ferrara per l'utilizzo anche delle foglie, oltre che delle radici", spiega la Di Giovanni. Il laboratorio nel quale vengono trasformati i prodotti è certificato dal Ministero della Salute.


"La scelta di lasciare l'esercito è dovuta innanzitutto alla mia grande passione per l'agricoltura, che mi ricorda la fanciullezza e l'età giovanile, ma anche al fatto che era difficile conciliare la vita con tre figli piccoli e il servizio militare", precisa Silvia.


Dall'inizio del 2024 è titolare d'azienda e ha la sua partita IVA. Tra i progetti futuri, innanzitutto quello di realizzare un deposito per gli attrezzi agricoli - del quale l'azienda è attualmente priva - e un laboratorio moderno per la lavorazione e trasformazione di tutti i prodotti ottenuti in azienda, in modo da completare il ciclo dalla produzione al prodotto finito.


"Con mio marito stiamo ragionando anche sulla possibilità di realizzare un agriturismo", prosegue. "Certo, ci sono ancora sogni nel cassetto che sono tra i miei desideri, innanzitutto quello di conservare la bella armonia che abbiamo in famiglia, con i nostri figli che possano crescere in questo ambiente sano, sereni e in mezzo alla natura."


A distanza di due anni dall'inizio dell'attività, Silvia afferma di non essere affatto pentita di aver lasciato l'esercito per una nuova vita. "Sul fronte ambientale sono abituata, fin dall'Abruzzo, ad avere un grande rispetto dell'ambiente: questo è fondamentale per noi, ma ancor più per i nostri figli."


Sul fronte del modello di coltivazione, che è biologico su tutta l'azienda, "siamo stati fortunati perché abbiamo comprato un'azienda che era già certificata biologica. Noi ci siamo limitati a proseguire sulle tracce del passato, potendo così offrire da subito prodotti biologici". I terreni coltivati in Abruzzo sono nella fase triennale di conversione e in parte sono coltivati a olivo, mentre una piccola porzione è riservata alla liquirizia.


La vendita dei prodotti finiti avviene puntando, per ora, principalmente sulle varie fiere, "dove c'è l'occasione di farci conoscere e possiamo far apprezzare i nostri prodotti. I primi clienti sono già ritornati, dando prova di essere rimasti soddisfatti e creando così un rapporto di fiducia. Il nostro motto però è quello di non avere troppa fretta."


E i commilitoni cosa dicono della sua scelta? "All'inizio erano molto perplessi, ma poi, visti i risultati, mi fanno i complimenti per la scelta coraggiosa." La signora Silvia è l'unica imprenditrice agricola sotto i 40 anni di Folaso, anche se a Isera ce ne sono alcune altre. È sposata e ha tre figli di 9, 7 e 5 anni - due maschi e una femmina - "che già vengono con noi in campagna per imparare il mestiere".













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