il caso

Olmo di piazza Fiera abbattuto, Stanchina ribatte alle critiche: «Poteva ferire o ammazzare qualcuno»

L’assessore: "Decisione presa da me sul posto asseme ai tecnici"

LE IMMAGINI: "L'apparato radicale era compromesso"



TRENTO. La notizia dell’abbattimento dell’olmo di piazza Fiera, ritenuto pericolante, ha subito fatto insorgere ecologisti e difensori dell’ambiente. Uno sfogo talmente virulento, il loro, da spingere l’assessore e vicesindaco Roberto Stanchina ad intervenire immediatamente in difesa della decisione assunta dall’amministrazione. Decisione – scrive su Facebook Stanchina  -che «assieme ai tecnici ho presa anche io sul posto e me ne assumo tutte le responsabilità. Anche quella di aver probabilmente evitato problemi ben più grandi!»

Trento, l'olmo di piazza Fiera fatto abbattere dal Comune: "Era compromesso e pericoloso"

La decisione suscita una ridda di polemiche e attacchi all'amministrazione, che Roberto Stanchina si affretta a rintuzzare: "Poteva ferire o uccidere qualcuno". Con queste immagini il vicesindaco e assessore punta a dimostrare la compromissione dell'apparato radicale (foto Fb Roberto Stanchina)

«Abbiamo tagliato l'olmo di piazza Fiera. È vero! Ho letto commenti però ai quali davvero non posso sottrarmi dalla risposta!», argomenta l’assessore.

«Pensate davvero che si tagli una pianta di quel valore e di quelle dimensioni senza una perizia e senza sapere se può essere salvata o senza verificare davvero tutto il verificabile? Ma voi, esperti in botanica siete poi gli stessi, esperti in sicurezza che quando l'albero cade e fa danni o peggio ancora ammazza o ferisce qualcuno denunciate il comune? O il Sindaco… o l'assessore?»

«Tranquilli», aggiunge Stanchina. «Appena ho la perizia scritta ben volentieri pubblico tutto. Sappiate però che l'apparato radicale era compromesso e già sradicato e che la pianta presentava numerose profonde crepe alla base e un inclinazione già molto importante. Ricordo a tutti che la stessa toccava con le fronde le mura. Guardate ora. Buon pomeriggio e scusate lo sfogo».













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