la replica dell’azienda sanitaria  

«Impossibile sia ammalato l’80% dei vaccinati» 

La risposta ai dati di un medico di base: in Trentino sarà colpito il 10% della popolazione 



ROVERETO. L’influenza si accanisce sui vaccinati? Assolutamente no e i dati lo dimostrano. Così risponde in sostanza l’Azienda provinciale per i servizi sanitari in riferimento all’articolo pubblicato giovedì sulla nostra cronaca. Dati forniti da un medico di base roveretano (dati che avrebbero trovato conforto anche nelle dichiarazioni di due colleghi) secondo i quali l’80 per cento delle persone vaccinate per l’influenza si sarebbe ammalato. «Se corrispondesse al vero quanto riportato dall’articolo e che cioè già l’80% dei vaccinati si sarebbe ammalato - scrive l’Azienda sanitaria- avremmo dovuto registrare in Trentino almeno 64 mila casi di malattia su 80 mila persone vaccinate quest’anno, senza contare tutti i casi di malattia nelle persone non vaccinate. Uno scenario da pandemia influenzale gravissima.

In realtà i dati del Sistema di sorveglianza nazionale dell’influenza (Influnet) ci dicono che l’epidemia in corso, pur di forte intensità, ha le caratteristiche di una epidemia stagionale normale. Si stima che in Trentino si siano verificati fino ad ora (con l’epidemia ancora in corso) 25-30 mila casi di malattia e che al termine dell’epidemia circa il 10% della popolazione (50-60 mila persone) avrà avuto l’influenza.

L’affermazione che l’80% dei soggetti vaccinati si è già ammalata di influenza, oltre che inattendibile sul piano numerico, risulta priva di plausibilità anche sul piano biologico. Infatti, anche qualora si ponesse l’ipotesi di una perdita di efficacia del vaccino – per esempio per una repentina e imprevedibile variazione immunologica dei virus influenzali circolanti – l’effetto atteso sarebbe quello che la proporzione di malati tra i vaccinati si avvicini a quella registrata nelle persone non vaccinate, non certamente l’aumento di rischio di malattia rispetto ai non vaccinati.

Poiché l’osservazione o anche il solo sospetto che un vaccino sia causa di un rischio aumentato di ammalarsi costituisce indubbiamente un motivo di allarme sanitario e sociale, appare anomalo che il medico a cui si attribuiscono le affermazioni e non identificato, non abbia ritenuto di doverlo segnalare alla Sanità pubblica. I medici curanti sono parte fondamentale del Servizio sanitario, collaborano ai sistemi di sorveglianza sanitaria e le loro segnalazioni di malattie o di situazioni di possibile allarme sanitario sono indispensabili, oltre che costituire un obbligo. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari - così si conclude il comunicato - ribadisce che la vaccinazione antinfluenzale è importante, salva vite umane ed è efficace a ridurre il rischio di malattia, di ospedalizzazione e di morte per influenza».













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