Non solo Vanoi, Cipra: molti progetti di dighe nella zona alpina
La Commissione internazionale per la protezione delle Alpi sottolinea la presenza di piani per grandi invasi per l’approvvigionamento idrico e la produzione idroelettrica: "Ma abbiamo dimostrato che esistono alternative compatibili con la tutela della natura". In Trentino e nel Bellunese la mobilitazione per fermare un progetto irriguo di un consorzio della pianura veneta
Ultimamente si è parlato molto, nell'area dolomitica, di un progetto di bacino e diga a fini irrigui per la pianura veneta, voluta da un consorzio di bonifica con sede nel padovano. Si tratta del progetto di mega invaso e diga nel Vanoi, contrastato dai montanari di Trento e di Belluno anche a livello istituzionale.
Gli enti locali delle due zone montane interessate, a cominciare dalla Province di Trento e Belluno e dai Comuni, stanno da tempo facendo muro contro questa iniziativa di cementificazione sul torrente Vanoi.
Ma il caso del Vanoi (foto sopra) si inserisce in uno scenario alpino che registra numerosi progetti di dighe per l’approvvigionamento idrico e la produzione idroelettrica. Lo ricorda la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra), sottolineando che il mondo ambientalista mette in guardia dai danni irreversibili alla montagna e chiede un ripensamento, cioè lo sviluppo di alternative compatibili con l'ecosistema.
Nel proprio sito, la Cipra riferisce per esempio un altro progetto che riguarda la selvaggia val Soana, laterale della valle Orco, in Piemonte: l'ipotesi sarebbe una diga alta fino a 145 metri per lo stoccaggio di milioni di metri cubi d’acqua. Dalle associazioni ecologiste e dalla popolazione residente sono arrivate espressioni di contrarietà e richieste di chiarimenti.
L'organizzazione alpina ricorda poi che è in corso la procedura di valutazione dell’impatto ambientale per il "controverso ampliamento della centrale elettrica di Kaunertal in Tirolo". Qui è previsto un bacino di accumulo con una diga alta 120 metri nell’ambiente di alta montagna della valle Platzertal.
Il Wwf Austria - scrive la Cipra - critica il progetto definendolo “devastante per la natura, pericoloso ed economicamente discutibile”.
La Commissione sottolinea che è "particolarmente preoccupante la situazione nella zona interessata dal permafrost: a causa della crisi climatica, vi è il rischio di pendii instabili e frane". Si ricorda che nelle comunità locali vi è una rimarchevole resistenza al progetto. "Nel comune interessato di Pfunds, nel mese di giugno l’85% delle cittadine e dei cittadini interpellati si è espresso contro il progetto", scrive la Cipra.
Ma il caso tirolese non è isolato: la Commissione parla di una "valanga di cantieri in alta montagna". E menziona, fra gli altri, un grande progetto in Svizzera, sul ghiacciaio del Gorner, vicino a Zermatt: si tratta della costruzione di una nuova diga in alta montagna per la produzione di energia elettrica, lo stoccaggio di acqua potabile e la protezione dalle inondazioni.
"I glaciologi - scrive la Cipra nel proprio sito Web - sostengono che la costruzione potrebbe accelerare lo scioglimento dei ghiacciai, mentre critiche provengono anche dal settore della tutela dell’ambiente e del paesaggio".
L'organizzazione non governativa conclude facendo riferimento alle alternative, quelle di cui si è parlato pochi mesi fa, nel convegno Cipra sulla transizione energetica e il ripristino della natura. Così come lo si è fatto nel 2021 con un documento di posizione sullo sfruttamento dell’energia idroelettrica nella regione alpina.
"La Cipra - si legge nel sito della Commissione - ha dimostrato che esistono alternative compatibili con la tutela della natura. Anziché puntare su imponenti dighe, sarebbe opportuno dare la priorità al miglioramento dell’efficienza delle centrali idroelettriche con un minore impatto ambientale. Si potrebbero anche ipotizzare compromessi: il nuovo lago che si sta formando sotto il ghiacciaio del Gorner, ad esempio, potrebbe fornire energia anche senza la costruzione di un grande sbarramento".