Monitoraggio continuo dei boschi dopo “Vaia” 

La gestione delle aree colpite dalla tempesta. In Provincia sono già attivi 552 cantieri  che recuperano il legname. In un convegno i prossimi scenari sul recupero ecologico degli habitat



Cavalese. A quasi un anno dalla tempesta “Vaia”, in molte aree della Provincia le attività per il recupero del legname schiantato sono a pieno regime, con più di 552 cantieri di utilizzazione legname attivi. È oramai, quindi, arrivato il tempo di analizzare le prossime sfide, come la futura gestione delle preziose aree naturali colpite e danneggiate da “Vaia”. Con questo obiettivo, a Cavalese, nel contesto di un convegno organizzato da Rete di Riserve Fiemme-Destra Avisio e da Etifor, spin-off dell’Università di Padova, diversi esperti del settore hanno analizzato gli scenari legati al recupero ecologico degli habitat forestali trentini danneggiate da “Vaia”. Il convegno ha avuto il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento, del Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette, dell’Università degli Studi di Padova, dell’Università degli Studi di Trento, del Consorzio dei Comuni BIM Adige-Trento, della Comunità Territoriale della Val di Fiemme, della Magnifica Comunità di Fiemme e di Fiemme Valleviva.

L’aspetto tecnico-scientifico

Gli interventi tecnico-scientifici della prima parte della mattinata, tenuti da docenti delle Università di Padova e Trento, hanno fornito una panoramica degli effetti della tempesta “Vaia”, con particolare attenzione agli impatti sui delicati ecosistemi forestali trentini. Sempre nel corso della mattinata, Alessandro Wolynski ha illustrato come la Provincia Autonoma di Trento sta gestendo la fase post emergenza, attraverso l’implementazione di un organico piano d’azione, che prevede anche attività di formazione agli operatori forestali ed un continuo monitoraggio fitosanitario. Successivamente, Valentina Vitali, dell’Istituto federale svizzero di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) ha illustrato come la Svizzera ha gestito il ripristino di determinati ecosistemi forestali danneggiati da tempesta avvenuti negli anni ’90 nel paese elvetico.

La corretta comunicazione

Al termine della mattinata, Roberto Poli, professore dell’Università di Trento, ha sottolineato come nella gestione delle emergenze, in eventi estremi come “Vaia”, la fiducia istituzionale, basata su una corretta comunicazione tra la popolazione e le amministrazioni pubbliche ricopra un ruolo fondamentale. Nel pomeriggio i partecipanti del convegno sono stati coinvolti in un’attività partecipativa, in cui, grazie al coordinamento di esperti, hanno potuto portare la loro testimonianza e proporre le loro visioni e idee per gli scenari futuri post “Vaia”. Quattro i tavoli tematici: ecologia e biodiversità, approcci gestionali alternativi per il futuro, impatti sui servizi ecosistemici della foresta, e la comunicazione e la percezione del rischio. L.CH.













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