Sguardi su Marzola e Vigolana: in mtb tra Pergine, Vigolo Vattaro e dintorni
Scorci inusuali anche sul lago di Caldonazzo nel giro ad anello di circa trenta chilometri e ottocento metri di dislivello, salendo a Malga di Susà per scollinare sull'altro versante e proseguire verso Bosentino, Santa Caterina e San Vito
GALLERY Da Pergine all'altopiano della Vigolana e ritorno con vista sul lago
LA SERIE Esplorazioni e divagazioni sulla via Claudia Augusta
Se siete in cerca di quiete autunnale per i vostri giri in mountain bike (o gravel ma robuste), farà al caso vostro il circuito qui descritto, con partenza e arrivo a Pergine Valsugana e divagazioni ai piedi di Marzola e Vigolana. Si tratta di un itinerario di media difficoltà, circa trenta chilometri e ottocento metri di dislivello, impegnativo nella prima parte e assai panoramico con interessanti opportunità storico-culturali nella seconda.
Una volta raggiunta la frazione Susà di Pergine, sulle colline a sud della città, si proseguirà in salita, seguendo le indicazioni per il campo sportivo, in via alla Malga. Non risulta facilmente identificabile una segnaletica utile ai ciclisti e bisogna evitare di farsi confondere dai segnavia di trekking e ippovia.
Il nostro primo obiettivo è la minuscola frazione montana Malga di Susà (circa mille metri slm), un piccolo nucleo di case abitato prevalentemente d'estate. Nella fase di avvicinamento, fin dal centro di Pergine, su stradine collinari attraverso i frutteti, si potrà godere di appaganti vedute sulla città e il suo castello guardati alle spalle dalla incombente valle dei Mocheni.
Dal centro di Susà si procede sulla strada asfaltata, piuttosto ripida ma regolare, verso il campo sportivo. Da qui avanti sulla carrareccia che poi diventerà sterrata ma sempre pedalabile, date le buone condizioni del fondo, fra l'altro recentemente risistemato.
Incrociamo anche i tratti con relativi segnali generici del «Giro della Marzola», privi peraltro di indicazioni toponomastiche, chilometri o altimetriche su questo percorso che circumnaviga le cime tra valle dell'Adige e Valsugana, passando anche per il rifugio Maranza e il passo del Cimirlo dal quale si rientra verso Pergine.
Nel nostro giro, rimanendo invece sempre sulla stessa strada, saliremo fino a Malga di Susà, un'ascesa piacevole, impreziosita dalle vedute sulla Marzola e le sue pareti, che si fanno via via più vicine e che poco dopo lasceremo alla nostra destra per avviarci alla discesa sull'altro versante.
Lo scollinamento avviene a quota 1.150, in località Longanot, dove troviamo un cartello con una serie di segnavia: proseguiremo dritto (direzione Bosentino). Fin qui la salita in parte si snoda tra gli alberi. Poco dopo il punto più alto del nostro itinerario, la mulattiera corre attraverso i prati con qualche saliscendi, per poi picchiare con decisione verso l'altipiano della Vigolana, su terreno ababstanza buono ma che richiede tecnica e attenzione.
In questo tratto ci verranno in soccorso i segnavia del trekking, che indicano la direzione sia per Bosentino sia per Vigolo Vattaro (evitiamo le varianti con risalite).
Quest'ultimo paese è una possibile tappa, con passaggio in centro storico e opportunità di visitare la casa natale di santa Paolina Visintainer.
La religiosa, proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 2002, nacque nel 1865 a Vigolo Vattaro, col nome di Amabile Lucia, in una famiglia povera che dieci anni dopo fu costretta a emigrare in Brasile in cerca di fortuna. Fu a Nova Trento (nello stato di Santa Caterina) che la giovane cominciò a prendersi cura dei malati e a svolgere opera di evangelizzazione, insieme con l'amica Virginia Nicolodi.
Nacque così la congregazione delle Piccole suore dell'immacolata concezione e Amabile diventò suor Paolina del cuore agonizzante di Gesù. Come superiora generale, si trasferì poi a San Paolo del Brasile (nel 1903) mentre l'attività caritatevole della congregazione si espandeva con attività didattiche, sanitarie e di conforto per i poveri. La religiosa, malata di diabete, scomparse nel 1942.
Sempre per rimanere in ambito sacro, sulla strada per Bosentino incontriamo il santuario della Madonna del Feles, a quota 700, legato al racconto di un pastorello su un'apparizione mariana0. Nel luogo fu eretto un capitello, che ospita un affresco veneziano quattrocentesco, cui in seguito fu affiancata la chiesa che deve il suo nome alle piante di felci di cui è ricca la vegetazione nei dintorni.
Nei pressi della cappella sorge Castel Vigolo (lo incontriamo poco prima durante la discesa), di proprietà privata, la cui fisionomia odierna è secentesca ma che probabilmente già in epoca romana era una fortezza difensiva e probabilmente ospitava insediamenti umani fin dalla preistoria (Età del bronzo, con datazione presunta attorno al 1.500 a. C.).
Il maniero, che nei secoli fu anche teatro di vari fatti d'arme, conserva la torre quandrangolare quale testimonianza della sua stagione medievale.
Il nostro percorso arriva velocemente al centro di Bosentino, dove imboccheremo sulla sinistra la via Castagnè, seguendo il cartello per il paese di Santa Caterina.
Immediatamente si schiuderà ai nostri occhi un panorama favoloso sul lago di Caldonazzo, prima che la discesa si inoltri fra gli alberi per condurci al borgo, dove anziché scendere dritti a Valcanover (dove troveremmo una utile connessione con la pista ciclabile), possiamo imboccare all'uscita dell'abitato la pittoresca strada per Masi Alti che sale (poco) verso maso Begher, dove gireremo a destra in direzione di maso Posser, e che seguendola sempre dritto ci riporterà a Pergine scollinando nella frazione di San Vito prima di una breve discesa fino a Susà.