GIOVANI AGRICOLTORI

Giuseppe, la passione per le api diventata un lavoro

Borghetti, 33 anni di Avio: 50 arnie sul Monte Baldo, ma l’obiettivo è di arrivare a 140 e sperimentare una casetta in appartamento


Carlo Bridi


AVIO. La storia del giovane che oggi raccontiamo è nata in modo particolare, dalla curiosità di conoscere una mondo affascinante qual è quello delle api.

E’ la storia di un giovane che si considera introverso, ma che quando comincia a parlare di apicoltura è un torrente in piena, e da notare che non è che il miele gli piaccia molto. Parliamo di Giuseppe Borghetti, 33 anni di Avio, un giovane che ha fatto la scuola alberghiera perché, ci confida, “da ragazzino non avevo tanta voglia di studiare ma solo di fare cose pratiche”.

Con l’andare degli anni si è però reso conto quanto sia importante la preparazione professionale, per questo ha da poco concluso il primo anno del corso per il conseguimento del brevetto di imprenditore agricolo organizzato dalla FEM. “Un corso – spiega – che sotto l’attenta regia di Paolo Dallavalle, mi sta dando quelle nozioni sia teoriche che pratiche che prima avevo snobbato. Il corso che io sto frequentando è innanzitutto finalizzato alla mia formazione professionale, perché per ora non ho intenzione di presentare la domanda del premio d’insediamento in quanto voglio prima essere certo che questa mia attività che ho intrapreso passando da apicoltore hobbista a professionale si consolidi”. “Sono partito con le classiche tre arnie degli hobbisti” afferma ed ora le famiglie sono una cinquantina ma prima della fine dell’anno arriverò a una ottantina”.

In previsione di questa scelta lo scorso anno Giuseppe lo ha trascorso in Abruzzo, affiancando un apicoltore professionale Roberto, che gli ha insegnato molti segreti del mestiere: “Ma più vado avanti e più mi rendo conto che quello delle api è un mondo che comporta moltissime cognizioni che sto gradualmente acquisendo”.

L’organizzazione dell’azienda

“Partendo dalla premessa che sono convinto che l’habitat delle api deve essere il più libero possibile da residui di fitofarmaci, ma anche di altri inquinanti, ho scelto di portare il mio apiario sul Monte Baldo ad un’altitudine che va dai 1000 ai 1300 metri in una zona incontaminata”, afferma Giuseppe, “anche se faccio un po’ di nomadismo per ottenere i vari tipi di miele. Ad esempio poco tempo fa una parte delle arnie le ho portate a Castione in mezzo ai castagneti per produrre il miele di castagno. Ma nel complesso, almeno fino ad ora la stagione è stata buona, la fioritura delle acacie dalle quali si ottiene il migliore miele, è stata molto buona e non disturbata da freddo e piogge come negli ultimi anni”. 

Ed è proprio l’aleatorietà della produzione di miele che frena l’entusiasmo di Giuseppe, che almeno per un po’ conserva anche un’altra attività che gli garantisca un reddito sicuro: “Dall’esperienza degli apicoltori - prosegue - per poter svolgere come attività professionale quella dell’apicoltore ci vorrebbero almeno 400 arnie”. 

“Per quanto riguarda la razza dopo aver assunto le informazioni dagli esperti ho concluso di scegliere la razza Ligustica e la razza Carnica però già ambientate nel nostro territorio così non ci sono problemi di ambientamento. Per ora il raccolto è molto contenuto perché le famiglie si sono formate in larga parte quest’anno, per cui la produzione si limita 300 kg, ma aumenterà rapidamente visto il numero delle arnie che si stanno rafforzando”.

Dallo scorso anno Borghetti ha aperto una partita Iva, di una azienda che piano piano sta costruendo. Fra i progetti futuri  vede un’ulteriore aumento del numero delle arnie per arrivare a 140, ma anche un’iniziativa molto innovativa, quella di “far vivere una casetta con le api dentro il mio appartamento dando però loro la possibilità di uscire dalla finestra per procurarsi il cibo in modo da poterle osservare sempre anche in ambiente urbano”.

Ma non solo, vorrebbe arrivare ad andare con un’arnia in una scuola per presentare ai ragazzi il meraviglioso mondo delle api. Chiediamo a Giuseppe se ha ancora qualche sogno nel cassetto, "Certo. Riuscire ad creare un connubio fra api e erbe officinali, ma anche uno molto più nobile, quello di farmi una famiglia con la mia compagna Chiara che per starmi vicino si è trasferita ad Avio da Padova, avere dei figli che mi seguano nella mia affascinante professione di apicoltore”.

E il suo rapporto con l’ambiente? “Un rapporto di amore e non può essere diversamente se si vuole conservare l’ambiente, ma anche se si vuole continuare nell’attività apistica. Ho pensato anche all’idea del biologico ma è una cosa troppo complicata dal punto di vista burocratico oltre che tecnico, per cui almeno per ora rinuncio. Invece vorrei iniziare a produrre miele e pappa reale come prodotti dell’alveare”.

Giuseppe è impegnato anche nel sociale, come membro del direttivo dell’Associazione apicoltori della Vallagarina. Ha anche l’hobby dell’arrampicata: ora ha meno tempo, ma la passione rimane come pure quella delle grandi camminate in montagna. In passato si è dedicato anche alle arti marziali. “Certo, conclude, i miei amici sono settici sulla mia scelta, non mi capiscono, e non colgono appieno i miei obiettivi ma io sono convinto che ce la farò con l’auto di Chiara e di mio papà”.













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