giovani agricoltori

Fiori e ortaggi, la vita di Nicola tra serre e mercati

A 27 anni è il titolare del vivaio di famiglia a Canezza di Pergine: «Il mio sogno si è realizzato, vendiamo verdure e piante per i giardini»


Carlo Bridi


CANEZZA. E’ una bella storia quella che proponiamo oggi ai nostri lettori, la storia di un giovane che fin da bambino non ha mai avuto dubbi sulle sue scelte di vita professionale, tant’è che dopo la scuola dell’obbligo, ha scelto l’Istituto Agrario di San Michele dove si è diplomato perito agrario e poi ha puntato decisamente sulla facoltà di agraria a Padova.

Parliamo di Nicola Girardi, 27 anni, della piccola frazione di Canezza, nel comune di Pergine Valsugana, all’imbocco della Valle dei Mocheni. La mamma Sandrina Carlin da sempre si occupava di produrre trapianti di ortaggi e di fiori sia da aiole che da balcone, ma come è entrato in azienda il figlio Nicola la realtà aziendale è subito cambiata. Il primo obiettivo raggiunto è stato quello di coprire una parte maggiore dell’azienda con serra riscaldata al fine di avere un adeguato numero di piantine pronte quando le migliaia di hobbisti dell’orto si rivolgono al vivaio di turno per l’acquisto dei trapianti.

La vendita della maggior parte dei trapianti di ortaggi come dei fiori da giardino e balcone avviene direttamente nella sede dell’azienda sulla strada principale che porta in Valle dei Mocheni. Ma vi sono anche altri sbocchi importanti: tutto l’anno il giovedì la famiglia Girardi è al mercato settimanale del giovedì a Pergine, mentre dai primi di giugno a settembre ogni lunedì è presente con una propria bancarella a Predazzo all’interno del mercato contadino. In questo modo Nicola e famiglia si assicurano un buon reddito perché vengono saltati tutti gli intermediari.

In azienda dallo scorso anno – da quando è andato in pensione - è entrato a tempo pieno anche il papà di Nicola che è diventato un valido collaboratore assieme alla mamma.

L’organizzazione aziendale

L’indirizzo aziendale è quello dell’ortofloricola, e l’azienda ha il nome di: “Ortofloricoltura Canezza”. La superficie complessiva è di circa un ettaro, di questo 4000 metri quadrati sono coperti e circa 1500 metri quadrati sono serre riscaldate. E’ su questa parte che l’inverno vengono coltivati i fiori e nel tardo inverno vengono seminate le piantine da orto. Ma le attività dell’azienda si sviluppano anche nella produzione di ortaggi, che vengono venduti assieme ai trapianti ed ai fori in azienda o nei mercatini.

Nicola ha voluto anche un pollaio di una cinquantina di ovaiole che vengono allevate a terra e le ottime uova prodotte vengono vendute nei mercatini. Nell’azienda vengono coltivate patate, pomodoro, cipolle, melanzane e tutte le verdure da foglia. Ma l’attività principale, precisa Nicola, rimangono i trapianti e i fiori particolarmente a primavera quando tante famiglie allestiscono aiuole e addobbano balconi.

Cinque anni orsono Nicola, ha beneficiato del premio d’insediamento pari a 30 mila euro con il quale ha acquistato un sollevatore telescopico indispensabile in azienda in quanto dà sicurezza e alleva la fatica fisica.

Alla classica domanda del perché la scelta che fra l’altro comporta notevoli sacrifici con alzatacce nei giorni di mercato e nei periodi di più intenso lavoro, Nicola non ha dubbi nel rispondere che per lui è stata una scelta naturale in quanto fin da bambino era sempre in serra con la mamma ad aiutare, ma anche a curiosare.

Per il futuro Nicola prevede di sviluppare ulteriormente l’azienda provvedendo alla costruzione di altre serre. Quando domandiamo se ha un sogno nel cassetto, risponde che crede di aver realizzato il suo sogno dal punto di vista professionale e di trovarsi ad operare in grande armonia con i suoi genitori ai quali dà la grande soddisfazione di vedere l’azienda frutto di tanti sacrifici svilupparsi con il proprio figlio.

In questo contesto sembra quasi superflua la domanda se è pentito della scelta: la risposta è scontata, assolutamente no, c’è da correre ma ci sono delle belle soddisfazioni.

Dal punto di vista ambientale siamo di fronte ad un giovane che ha una bella sensibilità,  e a riprova di ciò ci ricorda come lo scorso anno ha nelle serre un sistema di flusso e riflusso dell’acqua che permette di recuperare una buona parte di quella usata per l’irrigazione ma anche le sostanze concimanti. Ma Nicola non si ferma a questo, punta ad attivare tutti gli accorgimenti possibili per ridurre l’impatto ambientale. Chiediamo se a fronte di questa sua sensibilità ha mai pensato a trasformare l’azienda in biologica: “Per la verità no, afferma, ma uso prevalentemente prodotti raccomandati per l’agricoltura biologica”.

Nicola è impegnato anche sul fronte del sociale, è consigliere di minoranza nel Comune di Pergine, ed è membro del direttivo sezionale della Coldiretti sempre del comune di Pergine. Riesce anche a praticare il suo hobby preferito, la caccia (uno dei pochissimi giovani fra i molti che abbiamo intervistato, ndr). Buoni anche i rapporti con gli altri giovani del comune che hanno scelto l’agricoltura come professione: “Con tutti abbiamo una buona intesa”.













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