VERSO L'INVERNO

Voglia di sci, assalto alla Marmolada 

Varie centinaia di scialpinisti sono salite lungo il ghiacciaio nel primo fine settimana di neve: «Una situazione mai vista» A passo Fedaia tutti i parcheggi esauriti, auto in sosta anche lungo la diga. E lo sci alpino? Per ora solo in val Senales e (presto) sul Presena


ANDREA SELVA


TRENTO. Sarà per la voglia di sci rimasta insoddisfatta dalla primavera scorsa, sarà per il timore che arrivino nuovi disposizioni a vietare gli sport all’aperto (come avvenne durante il lockdown dei mesi scorsi) ma di certo c’è che sabato scorso il ghiacciaio della marmolada - ricoperto di almeno mezzo metro di neve fresca - è stato preso d’assalto dagli scialpinisti. un video diffuso sui social network da Alessio Rech - scialpinista di Lavarone - è diventato immediatamente virale: «Si poteva salire con gli sci ai piedi già dai 2 mila metri del passo Fedaia - spiega Rech - una situazione ideale, mai vista in questo periodo dell’anno e la quantità di persone (e auto) che abbiamo visto in queste ore era davvero impressionante».

Voglia di sci e neve

Non serviva salire ai 3.200 metri di Punta Rocca (la seconda vetta della Marmolada, ma preferita dagli scialpinisti) per capire che quello di sabato era un pomeriggio eccezionale: il parcheggio alla base del versante nord era tutto esaurito, auto parcheggiate anche lungo la diga e lungo la strada del lago Fedaia. Situazione simile anche sul versante bellunese del passo Fedaia, da dove sono saliti gli scialpinisti provenienti dal Veneto che hanno formato una seconda processione di sciatori che si è ricongiunta poco sotto la vetta con la fila proveniente dal versante trentino.

Situazione senza precedenti

Guido Trevisan, titolare del Rifugio Pian dei Fiacconi, a 2.600 metri di quota, lungo la salita verso le vette della Marmolada, non ricorda una situazione del genere: «Sono vent’anni che lavoro in Marmolada ed è normale che si possa salire con gli sci dal rifugio verso Punta Rocca, ma non mi è mai capitato, in ottobre, di poter salire con gli sci direttamente dal passo Fedaia. La processione di sciatori che abbiamo visto nelle scorse ore è la conferma di quello che sostengo da anni: la voglia di salire in montagna non è legata alla presenza degli impianti di risalita, visto che quest’anno ha chiuso, dopo oltre quarant’anni di attività, la vecchia cestovia Fedaia-Pian dei Fiacconi. Anzi: sono convinto che se ci fosse stata la cestovia in attività, ci sarebbe stata meno gente. Ma si tratta comunque di un fenomeno di inizio stagione, che non ci consente di programmare in questo periodo l’apertura del rifugio (che infatti è chiuso). Dopo l’assalto alla vetta, magari nei prossimi giorni sulla Marmolada non ci sarà nessuno». Un assalto che ha colpito anche Aurelio Soraruf, titolare del rifugio Capanna Punta Penia (a 3.343 metri sulla vetta più alta della Regina delle Dolomiti, attualmente chiuso per fine stagione) e del Rifugio Castiglioni al passo Fedaia: «C’era un sacco di gente, sembrava di essere a Ferragosto, siamo stati invasi dalle auto. Ma attenzione a non confondere tanta voglia di neve e sci con altrettanti introiti per gli operatori economici: si tratta di un turismo rispettabilissimo, ma che in realtà lascia poco agli operatori economici del passo».

Gli altri luoghi dello sci

Se il popolo degli scialpinisti (compreso anche qualche ciaspolatore) si è dato appuntamento sulla Marmoalda, molti escursionisti hanno colto l’occasione di un fine settimana di bel tempo per passeggiare sulla neve in varie località del Trentino. Per lo sci alpino è ancora presto, tranne alcune eccezioni: sugli impianti del ghiacciaio della Val Senales gli sci club si possono allenare già dal 18 settembre, mentre sul ghiacciaio Presena le funivie dovrebbero aprire nei primi giorni di novembre. A Madonna di Campiglio è stata annuncita l’apertura delle piste per il 21 novembre, mentre la maggior parte dei comprensori sciistici delle Dolomiti dovrebbero aprire tra fine novembre e i primi giorni di dicembre. Naturalmente a condizioni che il governo non decida di introdurre limitazioni alla pratica dello sci e all’utilizzo degli impianti di risalita.













Scuola & Ricerca

In primo piano