Un po’ in ritardo, ma riapre anche l’asilo di Bedollo 

La critica. Le famiglie si erano lamentate della situazione: mercoledì di nuovo porte aperte Il sindaco: «Dovevamo prima di tutto garantire la sicurezza secondo i protocolli della Provincia»


Giannamaria Sanna


Bedollo. A Piazze di Bedollo la Scuola materna è ancora chiusa, per l’emergenza Covid 19, in attesa di ultimare la sistemazione della struttura in totale sicurezza, non tralasciando alcuna disposizione contenuta nelle norme previste dalla circolare della Provincia. Mercoledì prossimo, salvo ulteriori problemi, il sindaco di Bedollo, Francesco Fantini, darà il benestare alla sua ri-apertura. Questi giorni di ritardo, soprattutto senza una comunicazione ufficiale, ha sollevato le lamentele di alcune mamme, di quelle che lavorano in particolare, per non aver potuto organizzare la custodia dei propri figli. Fantini, afferma, “Capisco i bisogni delle famiglie, soprattutto dove ci sono i genitori che lavorano e devono dipendere da altri, per la non immediata riattivazione della scuola. Non ce la siamo sentita di riaprire la struttura finché il protocollo di sicurezza, inviatoci dalla Provincia, non poteva venir rispettato in toto e, se per caso, anche le ultime rifiniture non sono a posto, rinuncio alla bella figura politica, pur di salvaguardare la salute di chi lavora e di chi usufruisce della struttura, anche perché sentiamo ogni giorno che il contagio non è finito. La nostra cautela è rivolta alla salute dei bimbi, delle insegnanti e del personale della scuola, per evitare, soprattutto, di dover ri-chiudere”. Dello stesso parere è l’assessore all’istruzione Erika Dalpez che dal giovedì mattina, quindi subito dopo l’arrivo della circolare, si è attivata assieme ai tecnici del Comune e al responsabile della sicurezza (RSPP Responsabile servizio prevenzione e protezione) per disporre di tutto il materiale necessario per poter riaprire la struttura. Nel documento della PAT si punta a dare importanza anche alla “responsabilizzazione nel garantire adeguate misure di tutela sia da parte del personale, sia da parte delle famiglie dei bambini che fruiscono di un servizio, peraltro non obbligatorio, accettando una sorta di “patto”. “Pertanto è necessaria una responsabilizzazione collettiva, prosegue Dalpez, adottando le misure di precauzione previste da queste linee di indirizzo, proteggendo così il proprio figlio e indirettamente i bambini che frequentano la stessa scuola attraverso il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igiene delle mani e la sorveglianza dei sintomi con misurazione costante della temperatura corporea. Abbiamo e stiamo ponendo molta attenzione al protocollo e, forse, totalizzati dalla preparazione, ci siamo dimenticati di comunicare ai genitori che la nostra prima preoccupazione era il rispetto delle norme. Ma stiamo recuperando”.













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