Roncegno mette in stand-by il protocollo per la Panarotta

L’acqua da fornire per i cannoni da neve e le opere da realizzare non convincono il consiglio comunale Non c’è gradimento per il progetto di passare a Patrimonio Trentino spa la proprietà del Palace Hotel


di Luigi Carretta


RONCEGNO. Fumata nera per il protocollo d’intesa tra i comuni di Roncegno, Levico Terme e Pergine e che prevede di realizzare la nuova funivia Levico - Vetriolo per la Panarotta, oltre ad un nuovo bacino per l’acqua da usare per i cannoni da neve. Totale previsto quasi 21 milioni di euro, a cui il consiglio comunale di Roncegno ha però risposto compatto con una sospensione dell’intesa, in attesa di spiegazioni e modifiche ai vari punti che hanno causato a giunta e consiglieri più di qualche e pesante perplessità.

Innanzitutto l’acqua. Il protocollo d’intesa prevede, infatti, assai esplicitamente che se a Levico serve acqua per il bacino, dovrà essere Roncegno a fornirgliela. Su questo quindi si dovrà ragionare ancora, e «prevedere senz’altro un protocollo d’intesa più dettagliato», come ha chiesto la consigliera Daniela Lovato.

Poi il Piano generale delle opere da realizzare. A Roncegno non si è ancora visto, mentre a Levico il sindaco Passamani l’ha già visionato e, pare, discusso con i suoi. «Si rischia una approvazione alla cieca», ha continuato la Lovato, peraltro spalleggiata anche dalla maggioranza che pare proprio non aspettasse altro per esprimere il proprio malessere contro un piano che prevede, tra l’altro, anche il passaggio dell’Hotel Palace, ora di proprietà della provincia, alla Società Patrimonio del Trentino spa. Una partecipata, ma pur sempre una spa, invece che un ente pubblico, «e che quindi ragiona con logiche differenti», come ha ricordato il sindaco. Peraltro il comune già si era espresso negativamente su tale passaggio di proprietà, ma la Provincia non aveva voluto sentire ragioni. Tra l’altro il bando di gestione dell’Hotel Palace deve ancora essere messo a punto, e peraltro non si sa chi lo dovrà fare e con che tempi, e in linea di massima la Provincia pensa comunque di affidare la gestione a chi, invece di pagare un affitto, si impegnerà a garantirne funzionamento e manutenzione, sulla base di una cifra minima di 200.000 euro di spesa. Chiaro quindi che il Comune poco gradisca un accordo tra un privato gestore e una società, anch’essa nominalmente privata, su una struttura così importante per la comunità. Il sindaco ha detto chiaro che si richiederà, come minimo, di dichiarare di «pubblica utilità la Sala degli Specchi e del Camino per potere essere utilizzata da parte del Comune e della popolazione, senza che il gestore ne possa vietare l’uso». Inoltre si chiederà di inserire una convenzione con l’Azienda sanitaria per le cure termali e infine, punto assai importante, la proroga della apertura della struttura per un tempo di almeno otto-dieci mesi, per coprire il periodo natalizio e di fine anno. Tutto rimandato, quindi.

La discussione è poi proseguita con la conferma delle aliquote Imu, un aumento delle tariffe dell’acquedotto, da 27 a 34 centesimi al metro cubo, e l’approvazione del bilancio, che si assesta su 3.927.000 euro complessivi.

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