Trento. Nel 2018 dallo “sportello unico per l’accoglienza delle persone senza dimora” della provincia sono passati 1.220 persone, 922 uomini e 298 donne, mentre le strutture di prima accoglienza ne hanno ricevute 1.024, 773 uomini e 251 donne. per quanto riguarda poi gli interventi non emergenziali, che implicano un progetto sociale finalizzato all’uscita dalla condizione di emarginazione, le 7 strutture residenziali offerte dal sistema trentino di accoglienza hanno messo a disposizione 104 posti per uomini e donne, che nel 2018 hanno permesso di ospitare 256 persone. infine i 40 alloggi gestiti dagli enti del terzo settore che partecipano al tavolo per l’inclusione sociale (villa s. ignazio, apas, atas, fondazione comunità solidale e punto d’approdo) hanno ospitato 165 persone.

Le cifre sono state fornite dall’assessora provinciale stefania segnana in risposta a un’interrogazione di giorgio leonardi, consigliere provinciale di forza italia, che chiedeva informazioni sulla messa a disposizione di alloggi a favore di persone in condizioni di fragilità ed emarginazione.

Segnana sottolinea che l’offerta annuale per l’accoglienza di persone in stato grave di emarginazione ammonta a quasi 200 posti letto in strutture di pronta accoglienza e informa che è in fase di avvio un confronto per la realizzazione di una mappatura del territorio finalizzata a individuare immobili da destinare a finalità socioassistenzali per contrastare il fenomeno dell’emarginazione adulta “grave”. per quanto riguarda l’edilizia pubblica la provincia di è dotata di alcuni strumenti destinati ad operare al fine di contrastare alcune condizioni di emarginazione generatasi in seguito a situazioni impreviste quali separazioni, perdita di lavoro o malattia. per i casi di urgente necessità, l’assessora segnala vari alloggi e immobili da parte di enti, associazioni senza scopo di lucro e le istituzioni: ad oggi, sono stati locati 217 alloggi.