Gli studenti di Fiemme e il loro film su Vaia 

L’iniziativa. Mesi di lavoro a scuola per un evento di sensibilizzazione che ha coinvolto esperti e anche il musicista Branduardi. Ora il sogno è portare il video al Film Festival della montagna


Luca Petermaier


Trento. Conoscenza del territorio, sensibilità ambientale, partecipazione, impegno nella comunità ma anche studio e approfondimento. Nuovi legami con la natura e (ri)scoperta della storia della propria terra.

È un percorso a tutto tondo (chiuso con un video che ha l’ambizione di partecipare al Filmfestival della montagna) quello che hanno compiuto i ragazzi della ex seconda media (oggi sono tutti in terza) dell’Istituto comprensivo di Cavalese, protagonisti del progetto “Il bosco che cresce in silenzio... o a ritmo di musica”. Un’iniziativa che dal disastro dei boschi di Fiemme del dopo-Vaia ha aperto ai ragazzi un portone sul mondo e ha aperto anche le loro menti facendovi entrare temi e concetti che se avessero dovuto studiarli sui libri forse non sarebbero durati nemmeno dalla sera alla mattina.

Dalla fine dell’anno scorso fino alla primavera di quest’anno, per gli studenti provenienti da Cavalese, ma anche da tutti gli altri comuni della valle di Fiemme, sono stati mesi di intenso lavoro sotto la guida del professor Cristian Giacomozzi e della collega Maria Gloria Vantaggiato che hanno avuto l’intuizione di leggere Vaia non tanto (o non solo) per i danni che ha provocato ma anche nella prospettiva (positiva) di una rinascita del bosco e di un nuovo approccio alla natura, al clima, al territorio.

«Tutto è nato da un gemellaggio con la Repubblica Ceca – raccontano il professor Giacomozzi e la professoressa Vantaggiato– dal quale abbiamo preso lo spunto per raccontare a quei ragazzi stranieri il tema del territorio e dell’identità storico-culturale in modo non ipocrita, vale a dire senza nascondere le ferite inflitte da Vaia».

È così partito un percorso scolastico fatto di incontri con esperti meteorologi e di ambiente, ma anche con i rappresentanti della Magnifica comunità di Fiemme che hanno raccontato ai ragazzi la storia di questo ente, il suo ruolo per la valle e la sua centralità nella cultura locale. «Hanno così compreso il valore del bosco e del patrimonio di alberi che li circonda. Vi assicuro che certe cose, per le nuove generazioni, non sono affatto scontate» - spiega Giacomozzi.

Il germe della conoscenza è stato piantato nel cuore di questi studenti, ora toccava coltivarlo con cura e saggezza. Che cosa c’era di meglio che usare la musica e i video? Detto fatto.

L’occasione è nata da un concerto di Angelo Branduardi a Rovereto, occasione che il professor Giacomozzi non si è lasciato sfuggire: «Ho avuto la possibilità di incontrarlo e avere con lui un confronto interessante e costruttivo anche sul tema del rapporto uomo-natura e del suo rapporto personale con i boschi della valle di Fiemme, boschi che conosce molto bene non solo per esserci venuto da turista ma anche perché possiede un violino costruito con il legno pregiato degli abeti di Stradivari». A questo punto Giacomozzi si è giocato la sua carta: «Perché non vieni nella nostra scuola per un’iniziativa con i ragazzi?».

L’idea è piaciuta a Branduardi e anche al Comune di Cavalese che ha messo a disposizione gli spazi e invitato i docenti a cogliere l’occasione non solo per un concerto insieme allo stesso Branduardi ma anche per una serie di approfondimenti da sottoporre agli studenti. Ne è scaturito un vero e proprio “evento” che ha visto - a fianco alla musica - anche un convegno sui boschi della val di Fiemme, stimolato dalle domande degli stessi studenti ad esperti meteorologi e forestali con l’obiettivo non tanto di celebrare un funerale dei boschi fiemmesi quanto di lanciare un appello positivo: «Così come crescono e cambiano i ragazzi, allo stesso modo è cambiato ma tornerà a crescere anche il bosco».

Sono stati mesi di duro lavoro a Cavalese. «Abbiamo preso contatti con Meteotrentino, con la ditta Ciresa, con la Magnifica, ma anche con Bioenergia Fiemme e la Forestale. Insomma, con tutti gli operatori che lavorano con il legno» - spiegano Giacomozzi e Vantaggiato.

In aprile l’evento è andato in scena, prima il convegno e poi il dialogo e la musica con Branduardi. Di questa iniziativa - grazie al lavoro e alle immagini fornite dal regista di Cavalese Stefano Volcan - è nato anche un bel video proiettato a Praga, all’ambasciata italiana in Repubblica Ceca e durante un evento a Bioenergia: «Ma l’obiettivo sarebbe proiettarlo al Film Festival della montagna. Un sogno? Speriamo si avveri».













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