Cibio: noi a Piedicastello è la soluzione ottimale 

Il direttore Quattrone: «Già molte aziende del biotech hanno chiesto di trasferirsi vicino al centro. Il rettore: «Traslocare tutto il polo scientifico costerebbe 80 milioni»



TRENTO. «Per noi la soluzione di Piedicastello è l’ideale. A Povo abbiamo grossi problemi di spazio, ma non è solo per la scoperta della proteina EvoCas9. Ne abbiamo fatte molte altre e abbiamo attratto l’interesse di molte aziende che hanno interesse a portare la sede vicino a noi. Solo negli ultimi mesi abbiamo dovuto respingere cinque o sei richieste. Alla Motorizzazione si potrebbe costruire un polo del biotech come già ce ne sono in Italia. Un polo che attrarrebbe imprese ed aziende innovative». Alessandro Quattrone è il direttore del Cibio, il centro di biologia integrata dell’Università di Trento che dovrebbe trasferirsi alla Motorizzazione. Per lui il trasloco è la soluzione migliore, anche se così si divide il polo scientifico della collina. Dice che si deve fare in fretta: «Le scelte su Povo sono state fatte nel 2010 e all’epoca non era nemmeno certo che sarebbe nato il Dipartimento. Poi la Provincia ci ha creduto e grazie ai suoi finanziamenti c’è stato un grosso impulso per il Cibio. Eravamo meno della metà delle persone di oggi e ora abbiamo serissimi problemi di spazio. Ma non solo per noi. Ogni anno abbiamo 30 post doc e 15 dottorati. Solo un paio di questi hanno la possibilità di proseguire la carriera accademica. Gli altri vorrebbero fermarsi a vivere in Trentino perché qui si vive bene, ma mancano le aziende del biotech che li possano assumere. Per questo si deve creare uno spazio che possa ospitare queste aziende. Ce ne sono molte disposte a trasferirsi in Trentino e a pagare le tasse qui, anche grosse. Però hanno fretta. Il tempo è denaro. A breve, speriamo di trovare una soluzione temporanea sistemando queste aziende nella nostra vecchia sede di Mattarello. Ma si tratterà per forza di cose di una soluzione a tempo. Perché le aziende hanno bisogno di usare le nostre apparecchiature, di portare campioni e di confrontarsi. Quindi ci deve essere vicinanza. Per questo dico che la soluzione a Piedicastello è l’ideale. Lì c’è lo spazio necessario e la possibilità di crescere sia per noi che le imprese che saranno nostre partner». Quattrone ribadisce che davanti ci sono praterie: «La scoperta ha un’importanza epocale e ha funzionato da scintilla. L’anno scorso un’azienda ha rinunciato a venire qui da noi perché non c’era spazio vicino. Per questo abbiamo pensato di usare la vecchia sede di Mattarello, ma non possiamo perdere l’occasione di un circuito virtuoso dal punto di vista economico e anche occupazionale».

Dal canto suo, il rettore Paolo Collini spiega che la soluzione di portare tutto il polo scientifico a Piedicastello da Povo non è percorribile: «Sarebbero necessari investimenti per almeno 80 milioni. Penso che sia una soluzione impossibile. Senza considerare le molte decine di milioni investiti da poco su Povo. Anche io sono sensibile alle motivazioni di chi dice che il polo scientifico deve stare vicino e che c’è necessità di uno scambio continuo tra aree di ricerca contigue. Anche se, ad oggi, le collaborazioni sono molto poche. Ma sono sensibile anche alle esigenze di crescita di un dipartimento che può portare collaborazioni con aziende che abbiano ricadute per il territorio. Poi, faccio notare che tra Povo e Piedicastello la distanza è di un chilometro in linea d’aria. Conosco campus universitari in cui la distanza tra dipartimenti è maggiore di questa. Sulla motorizzazione ancora non c’è niente di deciso, ma quando mi è stato chiesto il parere ho pensato che fosse un’ottima soluzione. Non sarà l’ottimo, ma la motorizzazione assicura la possibilità di attrarre imprese e startup che possano collaborare con il Cibio. Diciamo, però, che ancora siamo al livello di un’ipotesi urbanistica. Oltre allo studentato cui tengo molto c’è la possibilità che parte dell’area possa essere destinata alle biotecnologie. Dobbiamo decidere mettendo sul tavolo tutte le opzioni e io credo che questa non sia negativa».(u.c.)













Scuola & Ricerca

In primo piano