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Giovani alle prese con l’“ansia climatica”: 4 su 10 meditano di non avere figli



ROVERETO. Le ricerche evidenziano che più della metà dei ragazzi è estremamente preoccupata dai cambiamenti climatici in corso, mentre quattro ragazzi su 10 prendono in considerazione la possibilità di non avere figli proprio per questo motivo.

La crisi climatica in atto è causa, tra le altre cose, anche di malessere per i giovani di tutto il mondo e viene percepita in maniera più pressante in quei Paesi i cui governi si mostrano inattivi sul piano della difesa dell’ambiente. Se ne è parlato oggi a EDUCA, il Festival dell’educazione di Rovereto. 

In questo contesto si è inserito l’appuntamento del festival dell’educazione EDUCA “L’ansia climatica tra i giovani” curato dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento e dell’APPA in collaborazione con l’Associazione Viração&Jangada, che si è svolto oggi domenica 8 maggio alle 11.00 a Palazzo Fedrigotti a Rovereto.

Ansia Climatica tra i giovani Educa 2022 Scegliamo il Futuro (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

L’eco-ansia può nascere in chi ha subito un effetto diretto da una catastrofe climatica, si tratta in questo caso di stress post traumatico, un problema patologico. Ma la vivono anche ragazzi che non hanno subito effetti diretti dai cambiamenti climatici – ha spiegato Laura Endrighi, psicologa clinica esperta in psicologia del benessere e creazione di sani stili di vita. In una ricerca che ha coinvolto 10 grandi atenei a livello globale il 59% dei ragazzi intervistati si è detto estremamente preoccupato dai cambiamenti climatici in corso. Quattro ragazzi su 10 prendono in considerazione la possibilità di non avere figli proprio per questo motivo. Circa il 60% si sente tradito dalle istituzioni che non fanno abbastanza su questa tematica. Per questi giovani l’eco-ansia può diventare stimolo per attivare dei comportamenti attivi per il cambiamento – ha continuato Endrighi. «La generazione Z è particolarmente vulnerabile al problema del cambiamento climatico, ma non si limita a subirla. I ragazzi si stanno mostrando molto reattivi e vanno sostenuti in questo».

«I ragazzi hanno paura, ma sono pronti a reagire» - le ha fatto eco Paulo Lima, giornalista, educomunicatore che incontra quotidianamente i ragazzi durante i laboratori sul clima dell’Associazione Viração&Jangada.

Oltre ai disastri dovuti ai cambiamenti climatici, sempre più frequenti in tutto il mondo, vanno considerate anche le migrazioni climatiche che hanno cominciato ad arrivare anche in contesti europei (pensiamo alle persone che hanno dovuto cambiare casa dopo gli alluvioni nel nord della Germania dell’estate 2021) – ha detto Roberto Barbiero, fisico, climatologo e divulgatore scientifico dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento. «L’azione in corso per contrastare i cambiamenti climatici non è sufficiente. Non è un problema di risorse, ma di volontà politica».

«EDUCA - ha sottolineato Claudia Dolci, responsabile dell’Unità Ricerca e Innovazione per la Scuola della FBK, che ha moderato l’incontro - è da molti anni un’occasione di dialogo importante tra chi vive la scuola, le famiglie e gli enti che operano sul territorio. Poter dare voce ai ragazzi e ascoltare la loro rabbia, la loro preoccupazione, ma anche il loro desiderio di cambiamento è fondamentale.»













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