Via Marconi, il Covid entra in Rsa 

L’emergenza. È scoppiato un focolaio nella residenza della S. Spirito che fino a pochi giorni era “pulita”: su 58 anziani ospiti sono ben i 28 casi  di positività oltre a 12 operatori. Il presidente dell’Apsp, Diego Pintarelli: «Per fortuna sono quasi tutti asintomatici e non abbiamo alcun malato grave»


Maddalena Di Tolla Deflorian


Pergine. Nella Rsa di via Marconi dell’Apsp S. Spirito Fondazione Montel, è scoppiato un focolaio di Covid. Su 58 ospiti sono ben 28 anziani positivi (il dato si riferisce a ieri). «Per fortuna sono quasi tutti asintomatici e non abbiamo alcun malato grave», spiega il presidente della Fondazione, Diego Pintarelli.

Qualcosa evidentemente non ha funzionato come doveva. Fino a pochi giorni fa la struttura era covid-free.

Il presidente Pintarelli dice: «Siamo sicuri che il virus sia entrato nella struttura dopo Natale, portato evidentemente da qualche operatore, perché le visite dei parenti sono ovviamente sospese. Evidentemente, qualcuno non si è attenuto alle indicazioni. Da aprile abbiamo tutto quel che serve, dispositivi di protezione che basteranno per altri sei mesi, procedure, il personale è stato formato adeguatamente con i corsi di aggiornamento specifici». Fra gli operatori sanitari inoltre, in via Marconi, sono già dodici i contagiati.

La triste conseguenza del focolaio è stata il trasferimento dei primi ospiti risultati positivi in altre strutture Covid, «nel tentativo di mantenere “pulita” dal virus la struttura – spiega Pintarelli -. E’ però chiaro che adesso questo non sia più possibile. Pertanto, con domani (oggi per chi legge, ndr) attiviamo in via Pive la procedura per adibire il centro Alzheimer a Centro covid. Trasferiremo là i positivi, inoltre ci attiviamo precauzionalmente per approntare un altro piano adibito a spazio Covid in via Marconi, nel caso in cui ci fossero molti altri positività».

Per gli anziani e le loro famiglie lo spostamento è di certo una fonte di stress e disagio. «Con alcuni degli ex ospiti che sono lucidi, e che sono stati trasferiti, siamo ancora in contatto, e ci dicono che non vedono l’ora di tornare da noi». Le famiglie, spiega Pintarelli, sono informate ogni giorno via mail sulla situazione.

La vaccinazione di ospiti e operatori è iniziata, le strutture della Fondazione sono state fra le prime in Trentino ad attuarla. «Ad oggi ha aderito alla campagna vaccinale circa il 58% degli operatori e il 70% degli ospiti. Si pone un problema, perché l’Azienda sanitaria ha inviato una lettera chiedendo l’assenso per la vaccinazione degli anziani anche dell’amministratore di sostegno, oltre a quello dei familiari. Abbiamo posto al Tribunale di Trento il quesito rispetto agli anziani che non hanno l’amministratore».

La conclusione del presidente è un auspicio: «Speriamo che con la fase del vaccino entro un mese e mezzo possa chiudersi questo anno terribile. Speriamo che nessuno dei nostri ospiti positivi si ammali gravemente».













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