Scuola materna, il dilemma dei posti occupati ma liberi 

Il caso. I genitori non portano i figli per il Covid, mentre a casa ci sono altri bimbi in lista d’attesa  Taffara: «Perché non far entrare loro?». Parolari: «L’assenza è giustificata e il posto conservato»


Maddalena Di Tolla Deflorian


Pergine. Covid 19 e scuole: anche a Pergine le regole di distanziamento fisico, imposte dalla pandemia, hanno la conseguenza di ridurre il numero di posti disponibili nelle scuole d’infanzia. Nelle scuole d’infanzia perginesi, oggetto di un’ interrogazione alla giunta comunale della consigliera Marina Taffara del Pd, succede che contemporaneamente una decina di famiglie stia tenendo a casa i bimbi per paura del contagio, e che altrettante (11 per la precisione) siano invece in lista di attesa.

Spiega Francesca Parolari, direttrice di Asif Chimelli: «Abbiamo fatto una verifica in Provincia, non possiamo dimettere i bambini non frequentanti, perché tener a casa per periodi anche lunghi, per ragioni personali, i bimbi regolarmente iscritti è considerato motivo sufficiente perché conservino il posto. Del resto noi stiamo sollecitando le famiglie ad assumere una decisione ma soprattutto riportando i bimbi a scuola, spiegando che facciamo di tutto per assicurare la sicurezza dal contagio. Per i bambini è una cosa importante la frequenza, lo è anche dal punto di vista sociale. Alcune sono famiglie cinesi, forse importano dal loro paese di origine una paura particolarmente forte per il contagio. Se non avessimo le necessarie regole anti Covid avremmo posto, del resto, per tutti anche in città. Normalmente Pergine non registra problemi di posti nelle scuole d’infanzia. Abbiamo alle Chimelli tredici sezioni che possono ospitare ciascuna 22 bimbi. Solo per la sezione montessoriana la Provincia ci permette di ospitare 25 bimbi, perché altrimenti avrebbero perso il servizio. Nelle frazioni ci sono meno problemi. A Roncogno, la cui sede gestiamo direttamente noi, abbiamo ancora alcuni posti liberi».

L’interrogazione presentata da Taffara, che riceverà risposta al prossimo consiglio comunale, chiede: «Questo agli occhi dei cittadini rappresenta una contraddizione, visto che restano posti “di fatto” vuoti o comunque non usufruiti. Pertanto chiediamo: si riesce a ottimizzare il sistema, affinché i bambini iscritti ma non frequentanti possano lasciar spazio a chi è rimasto fuori ed è attualmente senza posto, secondo lo scorrimento della graduatoria?».

La consigliera ci spiega che «far ritirare i bambini “sospesi” non è bello, è problematico sotto il profilo educativo, d’altra parte adesso ci sono comunque mamme che lavorano e hanno i bimbi in lista d’attesa. Secondo me, in questa fase difficile, dopo un contatto con la famiglia, appurato che l’intenzione sia quella di non mandare i bimbi a scuola, bisognerebbe lasciare posto a chi ne ha bisogno. Il primo desiderio sarebbe quello però di avere posto per tutti, non è bene che restino fuori i bambini dalle scuole dell’infanzia, magari per un problema di chiedere un confronto con i servizi sociali e per l’istruzione sulle paure. Servirebbero forse interventi specifici per ogni caso, per trovare soluzioni per tutti».















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