Il decreto abbassa il sipario Pergine Festival è azzerato 

Le reazioni. Il nuovo Dpcm ha imposto la cancellazione della “Autumn Edition” che doveva  iniziare questa sera. La direttrice: «Da mesi siamo attrezzati per rispettare norme rigidissime»


Gianluca Filippi


Pergine. Hanno incrociato le dita fino all’ultimo a Pergine Spettacolo Aperto, ma purtroppo mano a mano che passavano le ore le speranze si riducevano al lumicino. E così è stato: nella serata di domenica, al Dpcm è seguito il comunicato ufficiale dell’associazione che cancellava Pergine Festival Autumn Edition: «Come è noto, è di oggi la firma da parte del presidente del consiglio Conte del nuovo Dpcm che prevede anche la chiusura di teatri e cinema. Nel rispetto della normativa, Pergine Festival è quindi costretto ad annullare la programmazione prevista tra il 27 e il 31 ottobre in occasione dell'Autumn Edition».

Una grande tristezza considerato che da settimane il sodalizio stava lavorando all’organizzazione della kermesse che segnava idealmente l’ideale conclusione di un percorso avviato qualche mese fa. Dopo un’edizione estiva che si era sviluppata tra spettacoli, concerti, performance e installazioni prevalentemente all’aperto, la stagione autunnale era stata studiata con produzioni legate agli spazi teatrali, mantenendo uno sguardo rivolto all’innovazione dei linguaggi e alla sperimentazione. E per l’occasione lo spazio individuato era stato il Teatro Don Bosco, che tornava simbolicamente ad aprire le sue porte.

«Un duro colpo la cancellazione a due giorni dall’inizio del festival», chiosa una stanca e amareggiata Carla Esperanza Tommasini, direttrice artistica della kermesse. «Ritengo sia una profonda ingiustizia quello di bloccare l’attività di un settore nell’ambito del quale i dati di contagio mostrano situazioni molto più confortanti. Sono stati mesi in cui i teatri e le associazioni si sono attrezzati per rispettare protocolli molto rigidi e tutelanti per il pubblico. Distanziamento e misure di sicurezza garantivano la possibilità di accedere alle strutture senza alcun timore». Si sfoga la direttrice artistica, perché si è riaperta una ferita lacerante, probabilmente mai cicatrizzata: «Ci hanno nominati dopo le sale bingo. Abbiamo fatto di tutto negli ultimi mesi per salvare il comparto che oltre a essere lavoro per molte persone - anche se spesso il lavoro culturale è confuso per passatempo - rappresenta un modo per essere comunità, condividere emozioni, avere spunti di riflessione rispetto al mondo che ci circonda: è questo il ruolo della cultura ed è essenziale». A Pergine Spettacolo Aperto ora si apre la conta dei danni. «Quando sabato abbiamo cominciato a subodorare le misure del decreto -prosegue Tommasini -, abbiamo bloccato gli artisti. Già avevamo dovuto rimaneggiare il programma per gli impatti del Covid e delle quarantene fiduciarie che alcuni artisti avevano subito, ma questa misura è un’autentica mazzata su un settore già fortemente in crisi».

Ora la partita sarà sopravvivere: realtà come Pergine Festival vivono principalmente di contributi pubblici. «Stiamo cercando tutti di capire come muoverci in una situazione che non ha precedenti - prosegue -. Lascia qualche speranza al territorio la scelta dell'Alto Adige, che dimostra attenzione per il settore culturale: potrebbe essere un esempio da seguire anche per la Provincia di Trento. Il futuro è molto incerto e complesso, le previsioni credo siano difficilissime. Probabilmente abbiamo davanti ancora un anno navigando a vista, il futuro sarà dopo il 2021. E credo riguardi la società intera: emotivamente sarà uno scoglio enorme da superare». La parola ora passa alla politica.













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