«I prelievi irrigui costano 9 milioni l’anno» 

Luigino Laner del Cmf “Agro” parla della situazione del Fersina: «Questi soldi li sborsano i contadini»



PERGINE . Situazione delicata per il torrente Fersina. E l’incontro delle “parti” con l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi lo testimonia.

Il Fersina ha derivazioni consistenti: della Stet spa per la centrale di Canezza (90 litri/secondo di rilascio al bacino); del Comune di Palù del Fersina e di Sant’Orsola; altre sono in capo all’Agro Irriguo Perginese (45 litri/sec per 90 ettari, scade in autunno) e al Cmf Destra Fersina - Serso (20 litri/sec per 10 ettari). Tutte sono in attesa di una nuova autorizzazione. Da specificare che per i due Cmf si tratta di un “semplice” rinnovo. Per le altre sono in corso verifiche da parte dello specifico Servizio provinciale (da anni in qualche caso) che preludono a interventi di adeguamento. Anche per l’Agro Irriguo perginese (nel 2009) c’erano state nuove prescrizione circa l’opera di presa (sul versante sinistro del Fersina). Ed è anche a questo proposito che abbiamo chiesto chiarimenti al presidente Luigino Laner.

«Siamo intervenuti ancora in quegli anni - ci spiega - proprio per adeguarci alle richieste della Provincia e respingo ogni critica che in sede di incontro con Gilmozzi mi sono sentito rivolgere».

Sottolinea poi che il rendimento degli ettari (90) irrigati con l’acqua del Fersina viene calcolato in 10.000 euro/ettaro “come minimo”. «In un anno sono 9 milioni di euro che ricadono sui coltivatori - dice - e non a caso l’acqua a scopo irriguo viene subito dopo l’acqua ad uso potabile e prima dell’uso industriale».

Luigino Laner si leva anche qualche sassolino dalla scarpa: «Le ondate d’acqua rilasciate dal bacino pur rispettando le norme come quantità, sono dannose per noi ma non solo. Anche ai pescatori, credo non vadano bene». E poi ancora sul sistema di irrigazione: «Per la coltivazione dei piccoli frutti, che rappresentano il 15 per cento della nostra superficie, ribadisco ancora una volta che da tempo abbiamo adottato un sistema adeguato. Dobbiamno tener anche conto che le colture sono diversificate e che l’acqua irrigua è usata anche come antibrina. Tra l’altro, l’anno scorso, per mancanza d’acqua per l’antibrina ci siamo tenuti i danni» . E ancora: «Se poi, si continua a dire che ci sono prelievi abusivi, e sono ormai anni che il discorso va avanti, è il caso di denunciarli».

Troppa differenza tra la quantità d’acqua prelevata dall’acquedotto potabile rispetto a quanto viene scaricato a fine ciclo? La motivazione di Laner: «Non sono solo perdite in rete, ma anche l’uso a scopo irriguo del verde pubblico». (r.g.)













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