I bagnini rendono sicure le spiagge libere dei laghi 

Il servizio. Gli assistenti bagnanti a terra e in gommone sono tornati sulle sponde di Caldonazzo Ieri 1° allarme (finito bene): smarrito un bimbo di 5 anni poi trovato dopo 45’ lungo il Mandola


Franco Zadra


Alta valsugana. È iniziato con 45 minuti di ansia seguiti da una grande sospiro di sollievo il primo giorno di “spiagge sicure” sul lago di caldonazzo.

L’allarme

Alla postazione alle Barche, sulla spiaggia di Calceranica, è arrivata la segnalazione che era sparito un bambino autistico tedesco di 5 anni. «Sono subito scattate le ricerche - spiega Marco Salvo, coordinatore degli assistenti bagnanti -. Abbiamo allertato la centrale operativa e i vigili del fuoco volontari del posto. Fortunatamente dopo affannose 45 minuti siamo riusciti a trovare il bimbo lungo il torrente Mandola: fortunatamente stava bene. È andata bene, ma abbiamo davvero cominciato la stagione con un intervento molto importante e delicato».

Il servizio

Spiagge Sicure interessa 6 comuni dell’Alta Valsugana, Pergine, Levico Terme, Caldonazzo, Tenna, Calceranica, Baselga di Piné e Bedollo, fino al 6 settembre, coordinato da Marco Salvo e a pieno regime saranno un totale di 22 soccorritori su 17 postazioni, con la prospettiva di ampliare l’organico con degli “Stuart” per vigilanza a terra per il rispetto delle disposizioni sanitarie anti Covid-19.

Sorveglianza e Covid-19

Ieri dunque il servizio si è aperto alle 11, e fino alle 18, con 12 postazioni operative su Caldonazzo, compresa un’unita mobile, e 3 uomini su Levico, quindi 15 assistenti bagnanti con brevetto Salvataggio e Blsd, ovvero le manovre di primo soccorso con l'impiego di defibrillatore. «A Levico – spiega Marco Salvo – abbiamo una postazione in spiaggia libera, e una mobile, su gommone, con due persone a bordo compreso il sommozzatore. Visto che tanta gente si posiziona anche in fondo al lago, con il gommone ci spostiamo spesso per fare copertura anche là».

In tempo di Covid, anche le procedure di soccorso si sono dovute adeguare. «In questa fase di emergenza – spiega Salvo – abbiamo un protocollo Security, privato ma coerente con le linee guida sanitarie, che prevede un approccio con l’infortunato, per esempio incosciente, da trattare di primo acchito come un Covid positivo. Siamo muniti su tutte le postazioni di un kit Covid-19, Dpi, termometro digitale, e quant’altro, da utilizzare nell’approccio con il paziente, da valutare ovviamente in base all’emergenza. Tratteremo diversamente un bambino che si ferisce un ginocchio, ma anche in quel caso, durante l’intervista all’infortunato, gli va fatta indossare una mascherina di protezione. Per il salvataggio in acqua vengono utilizzate maschere con boccaglio nel momento di avvicinamento alla persona in difficoltà, così da garantire la protezione alla persona che stiamo soccorrendo. Una volta portata a riva, l’unità di soccorso avanzato interviene con tutti i Dpi per il Covid-19».

Per il momento è ancora presto per il pienone, ma iniziano già a riempirsi le spiagge ed è prevedibile una certa difficoltà nell’evitare gli assembramenti pericolosi, a garantire cioè il distanziamento sociale risultato importante nel contenimento del contagio. «Serve personale formato a valutare le varie situazioni e che possa intervenire, avendone l’autorità, in modo adeguato con indicazioni precise alla gente per il rispetto delle regole, comunque segnalate su appositi cartelli in tutte le spiagge proprio per evitare gli assembramenti», conclude Salvo.













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