Sul Presena salvati con i teli più di 50 metri di ghiaccio

Passo tonale. L’estate è alle porte (anche se dal meteo degli ultimi giorni non sembrerebbe) e al Passo Presena tornano i teli salva ghiacciaio. Sulla cima un'immensa rete di teloni geotessili è...



Passo tonale. L’estate è alle porte (anche se dal meteo degli ultimi giorni non sembrerebbe) e al Passo Presena tornano i teli salva ghiacciaio. Sulla cima un'immensa rete di teloni geotessili è stata stesa sul ghiacciaio per preservarlo dai violenti raggi solari. «L’idea dei teli - spiega il presidente della società Carosello, Davide Panizza - è nata a partire da un programma sperimentale con le Università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione. Hanno la funzione di riflettere la luce solare riducendo così la temperatura della neve: li stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati».

Il progetto, nato nel 2008 grazie alla collaborazione con la Provincia di Trento che finanziava i teli e la produzione della neve, dal 2015 prosegue per iniziativa della società Carosello che ha progressivamente esteso la superficie di ghiacciaio coperta dai teli geotessili. Erano 40.000 mq nel 2014, 46.700 nel 2015, 60 mila del 2016, 65 mila del 2017, 80 mila nel 2018 e addirittura 100 mila nell’estate 2019. In media, lo spessore di ghiaccio che rimane sotto i teli alla fine dell’estate si aggira sui 2,5/3 metri.

La conferma della validità di questo progetto arrivava già nel 2014 da un’analisi realizzata dai ricercatori universitari: “Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l’unità di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per la superficie glaciale non coperta...Complessivamente l’azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell’ablazione del 52%”.

La strategia anti-scioglimento non si limita però ai soli teli estivi. D’inverno (o meglio, già in autunno, non appena le temperature lo permettono), viene attuata l'altra fase del programma: la superficie nevosa è incrementata attraverso sparaneve di ultima generazione. L'innevamento programmato utilizza l'acqua di un adiacente bacino idrico naturale. Il processo dura fino a marzo inoltrato e serve a proteggere il ghiaccio sottostante. Lungo tutto il ghiacciaio vengono collocati 10 cannoni sparaneve con una portata oraria di 220 metri cubi. Lo sforzo è quindi imponente. E certo non a basso costo (la spesa media annua, tra gestione e manutenzione supera i 420 mila euro). D’altra parte, gli effetti si vedono: da un confronto tra la condizione del ghiacciaio registrata nel 2008 e quella attuale, emerge che è stato salvato dallo scioglimento uno spessore di ghiaccio alto oltre 50 metri.















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