La “lugiangia pu bona” è quella di Stefano Tolotti 

Il salumiere casalingo di Nanno si aggiudica la nona edizione della sfida davanti a Pio Malfatti di Coredo, al terzo posto la “Compagnia del Rugiant” di Malgolo


di Giacomo Eccher


CAMPO TASSULLO. Ventisei i concorrenti (tre in meno dell’anno passato) che quest’anno si sono contesi l’ambito titolo de “La lugiangia pu bona”, la sfida tra salumieri “casalinghi” che è giunta alla nona edizione. Una giuria di esperti dopo un confronto tutt’altro che facile grazie alla qualità in crescita delle “lugiange” proposte che ha decretato la classifica finale. Sul gradino più alto del podio stavolta è salito Stefano Tolotti di Nanno, accreditato di 77,40 punti che ha avuto la meglio su Pio Malfatti di Coredo, secondo a quota 74,40 e dietro a un’incollatura (74,00 punti) il salume proposto da La Compagnia del Rugiant di Malgolo. Domenica nel pomeriggio, nella sala ex Bohne a Campo (ex fabbrica di confezioni, chiusa da decenni) le premiazioni con una degustazione “di popolo” dei salumi con contorno di formaggi e una festa per i vincitori. Sullo sfondo la giuria “tecnica” composta dal salumiere di professione Massimo Corrà (alias Massimo Goloso), lo chef del Pineta di Tavon, Bruno Sicher, Adriano Stevanin, titolare dell’Albergo Lago Rosso di Tovel, e due buongustai, Celestino Gasperetti ed Elio Menapace.

Da sottolineare la presenza della “Compagnia del rugiant”, ed è la prima volta che il gruppo fuoriesce dall’attrezzatissima cantina-cavò di Malgolo, dove c’è la sede e si confezionano i salumi. A “fondarla” alcuni anni fa sono stati cinque amici, un assortimento anche nella composizione con un architetto (Walter Dalpiaz, studio a Cles), un ex agente di commercio (Arrigo Pedrotti, Dambel), un ex muratore, Sandro Asson, Romeno), l’ex direttore commerciale di un’azienda di souvenir (Giusto Bruni, Malgolo) e l’elettricista (e proprietario dei “vouti delle mortandele”) Matteo Orsingher (Malgolo). A ispirarli il compianto “mastro macellaio” Rino Pedrotti, che a lungo aveva operato in Alto Adige (zona Pietralba) prima di tornare al suo paese di nascita, Dambel. I cinque amici hanno adottato le sue ricette e i suoi ammaestramenti e confezionano insieme nei sabati d’inverno nei locali attrezzatissimi di Malgolo i derivati dal maiale dai sanguinacci alle lucaniche, dai salami ai prosciutti, dalla speck e mortandele alla coppa e tutto sempre con carni di animali allevati in una delle malghe della zona. Perfettamente in linea dunque con lo spirito originale dalla gara di Campo che ha l’obiettivo di valorizzare una tradizione, quella del “far su” il maiale in casa per dare sostanze e proteine alla famiglie nei rigori dell’inverno, che si era via via perduto con il cambio di costumi e di modi di vivere, ma soprattutto con l’abbandono dell’agricoltura tradizionale.

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