Furlini firma murales in Abruzzo e a Luserna 

L’artista di Lavis, segnalato al Premio internazionale di Salerno, dopo aver  ripreso il lavoro a S. Eufemia a Maiella, ha affrescato i muri dell’Istituto Cimbro 


di Gino Micheli


LAVIS. Stagione pregna di attività anche quella di quest’anno per Liberio Furlini. L’artista lavisano innanzitutto ha aderito al “Premio Internazionale di Arte Contemporanea” di Salerno, dove ha avuto l’onore di essere selezionato dall’alta commissione critica presieduta da Daniele Radini Tedeschi con la direzione artistica di Vittorio Sgarbi, ricevendo questa motivazione: “Il suo modo di fare arte esprime la magnificenza dell'animo umano che si rivela attraverso la sua opera e che contiene in sé il valore della bellezza, dell'eternità e della permanenza”.

Poi ha esposto a Torre Mirana, a Trento, e nella sala del municipio a San Michele. Quindi ha lasciato il segno, o la firma, su alcuni brillanti murales. A Sant'Eufemia a Maiella, negli Abruzzi, ha continuato il progetto iniziato cinque anni fa sul tema emigrazione, usi e costumi, il valore del lavoro del luogo. «Quest'anno - spiega - ho realizzato due figure che rappresentano il lavoro del maniscalco e il percorso dall’uva al vino».

Un altro murales lo ha impegnato a Luserna. Alcuni anni fa Furlini aveva realizzato un murales al Centro di documentazione sul tema dei lavori a Luserna con la scritta nella lingua cimbra: "Bobrall bo do geast gedenkh ber do pist", che si può tradurre "Ovunque tu vai ricordati chi sei". Quello di quest'anno rappresenta invece la scuola. È realizzato sulle facciate esterne dell'Istituto Cimbro, ora centro di cultura, con un tema d’obbligo: quello della scuola. Perché per tanti anni lo stesso edificio è stato sede di scuola e asilo per i bambini di Luserna. «Nella parte in alto, in centro parete - così descrive il suo lavoro Furlini - è rappresentato il logo dell'Istituto Cimbro, in basso è disegnata una grande lavagna con la scritta sempre in lingua cimbra: "Pettest guat, slafst guat. Pettest lezt, slafst letz", che significa: "Se fai bene il letto, dormi bene. Se fai male il letto, dormi male" che suona come monito agli scolari per invitarli a studiare e far bene a scuola perché tutto ciò sarà loro utile nel futuro». Sulle due pareti sono inoltre ben visibili altre figure: alcuni bimbi scrivono sulla lavagna, la maestra corregge i compiti, un bimbo si avvia verso la scuola fischiettando, una bimba intenta a scrivere un tema. «Inoltre - riferisce l’artista - ci sono due bimbi che studiano seduti in un banco di legno, la bimba ha il braccio sulla spalla del bimbo e questo denota la grande amicizia che sussiste nell'ambito scolastico che si trascina anche nel futuro. È anche raffigurato uno scorcio di Luserna, dipinto con un colore monocromo azzurro, segno di speranza».















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