Coronavirus

La rivolta degli operatori economici: “Ci rovinano”. Partita la zona arancione

Per due settimane in Trentino ci sarà un mini lockdown

ZONA ARANCIONE Tutto quello che dovete sapere



TRENTO. Parte oggi in Trentino un nuovo mini lockdown. La provincia di Trento sarà arancione per due settimane.

Il governatore del trentino Maurizio Fugatti ha precisato che l'istituzione della zona arancione in Trentino partirà da lunedì 15 febbraio e durerà per due settimane.

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"Ci chiediamo comunque perché siamo stati classificati arancioni ora che siamo sotto soglia con le terapie intensive (28) e con ricoveri in calo, mentre prima con numeri più alti eravamo gialli. I parametri sono 21, probabilmente ha pesato l'Rt in crescita", ha spiegato Fugatti. Il governatore ha sottolineato la situazione di "disagio, proprio ora che il settore del turismo pensava di ripartire. Sono delusioni legittime e fondate". "Rimane centrale le richiesta dei ristori, di cui si dovrà occupare il nuovo Governo", ha detto Fugatti.

Una richiesta che diventa ancora più urgente dopo che ieri il governo ha deciso di non riaprire in tutta Italia gli impianti. 

La chiusura degli impianti

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del DPCM 14 gennaio 2021. "Il Governo - ha detto Speranza - si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori".

Attaccano i ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia "La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop. Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto".

"Per l'economia delle Regioni è una mazzata all'ultimo secondo- ha detto il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D'Amario - perché dopo due rinvii arriva un altro stop.

Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole".

"Il Cts aveva i dati dei flussi già da martedì quindi poteva dare una indicazione" che avrebbe permesso al ministro Speranza di "prendere una iniziativa più tempestiva" e non decidere di prorogare la chiusura degli impianti da sci, che avrebbero dovuto aprire domani, al 5 marzo. Letizia Moratti, assessore al Welfare della Lombardia, ai microfoni del TgR, è partita da questo per spiegare che si tratta di "un danno grave agli operatori". "Quello che chiediamo al governo è avere tempi più certi e non avere aperture e chiusure così a ridosso l'una dall'altra rispetto ai tempi in cui si devono preparar" ha aggiunto.

Per il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz "una chiusura comunicata alle 19 della vigilia dell'apertura, prevista da settimane, dopo mesi di lavoro su protocolli, assunzioni, preparazione delle società, è sinceramente inconcepibile. Pur capendo le motivazioni sanitarie, la procedura non è sinceramente spiegabile e certamente non è un segno di rispetto e di correttezza di tutto il mondo economico che gira intorno alla montagna e allo sci. Sono molto amareggiato".

 













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