Contributi indebiti, coniugi denunciati 

Tione, operazione della Polizia locale e della Guardia di Finanza. Segnalati anche per non aver mandato il figlio a scuola


di Aldo Pasquazzo


TIONE. Due coniugi marocchini (E.M. 45 anni e Z.N. 43 anni) sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Trento per i reati di “percezione indebita di contributi pubblici” e per non “aver osservato l'obbligo scolastico per il figlio”. A rilevarlo è stato il corpo di Polizia Locale delle Giudicarie a seguito ripetute verifiche incrociate. Settimane di indagini, coordinati dalla Procura di Trento, che hanno portato buoni frutti nei giorni scorsi. E la doppia denuncia penale in Tribunale.

I contributi, su cui si sono concentrate le indagini, sommando le erogazioni di Provincia ed Inps, ammontano a circa 8 mila euro e non appena la Polizia Locale ha comunicato l’esito dell’indagine, la Provincia ha sospeso l’erogazione per la parte di propria competenza (circa 400 euro mensili). Gli accertamenti, svolti con il supporto della Tenenza della Guardia di Finanza di Tione, per l’incrocio con i dati fiscali, si sono anche concentrati su uno dei figli in età scolare della famiglia, scoprendo come lo stesso non frequenti in Italia alcuna scuola.

Verifiche e accertamenti, coordinati dal comandante della Polizia Locale, Carlo Marchiori, si sono via via concretizzati. Ma veniamo all’inchiesta. Durante i controlli finalizzati alla verifica della correttezza della percezione di contributi pubblici, si è avuto modo di analizzare la posizione di una famiglia marocchina composta di quattro persone, residenti nelle Giudicarie Esteriori.

In particolare, dalle indagini svolte dagli inquirenti, è stato appurato che la famiglia dopo aver preso casa in affitto, peraltro pagando al proprietario le sole due mensilità iniziali, ed aver acquisito la residenza nel comune trentino, se ne sia ritornata in Veneto, da dove proveniva, e dove è rimasto solo il capofamiglia, ospitato da parenti, che ha svolto saltuariamente la sua attività lavorativa per un’agenzia interinale veneziana.

La permanenza in Trentino - è stato accertato dalle forze dell’ordine - è durata pochi mesi, il minimo indispensabile per ottenere la residenza dal Comune, ma soprattutto, in seguito a questo, ottenere il “reddito di garanzia” (divenuto poi “assegno unico”) erogato dalla Provincia di Trento, che si sommava ad alcune indennità di disoccupazione erogate dall’Inps.

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