Moena 

Richard Löwy e il razzismo nel libro di Chiara Iotti

Moena. Domani alle 17, in occasione della Giornata della Memoria, sarà presentato, nel contesto della mostra “La Gran Vera” nel centro Navalge il libro di Chiara Iotti “No ve desmention – Richard...



Moena. Domani alle 17, in occasione della Giornata della Memoria, sarà presentato, nel contesto della mostra “La Gran Vera” nel centro Navalge il libro di Chiara Iotti “No ve desmention – Richard Löwy e i «giusti» della Valle di Fassa” per la casa editrice Priuli&Verlucca. L’opera è dedicata alla figura di Richard Löwy e dei cittadini della valle che fecero ogni sforzo per salvarlo dall’odio razziale.

Riccardo Löwy era nato da genitori ebrei in Boemia nel 1886.Studiò a Vienna, poi, giovanissimo fu inviato a Moena come ufficiale del genio allo scoppio del primo conflitto mondiale. Il tenente Löwy, comandante dei lavori di fortificazione nella zona Bocche – San Pellegrino meritò subito la riconoscenza dei moenesi. A lui dovettero certamente la vita numerosi giovani che Löwy arruolò risparmiandoli da una lunga e fatale trasferta sul fronte della Galizia. Anche le donne furono impiegate in lavori di sartoria e lavanderia permettendo alle famiglie di sbarcare il lunario. Moena manifestò riconoscenza nei suoi confronti e gli assegnò la cittadinanza onoraria.

Dopo la rotta di Caporetto del 1917 il fronte si spostò e di Löwy non si seppe più nulla. Nel 1938 l'ingegnere Löwy e la sua famiglia lasciano Vienna e si rifugiano a Moena per sfuggire alla durezza delle leggi razziali. Dopo un periodo di confino a Petrella Tifernina i Löwy rientrano a Moena dove sopravvivono con l'aiuto di molte famiglie che non avevano dimenticato i favori ricevuti tra il 1915 e il 1917. Dopo l'8 settembre 1943 la loro posizione si fa più difficile. Nell’inverno 1944 i tedeschi si presentano alla porta e arrestano Riccardo Löwy e tutta la famiglia composta dalla moglie, dalla sorella e dal cognato Ermanno Riesenfeld. Dopo un duro mese di fame e freddo trascorso in via Pilati, sono caricati su un vagone il 22 febbraio 1944 in direzione Auschwitz dove moriranno.

“No ve desmention (non vi dimentichiamo)” è un romanzo che attraverso la rete dei fatti reali individua le tracce del primo Löwy in Valle di Fassa e lo segue tra le due guerre mondiali fino a oggi. La memoria di una anziana donna racconta eventi tra i monti “Scarpazi” e le Dolomiti riportando il lettore a un tempo che abbiamo il dovere di ricordare. G.B.















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